“PROFEZIE AUTOAVVERANTI”: NON E’ IL CASO DI AZZOLINA

Si chiamano “profezie autoavveranti” le affermazioni sul futuro che possono influenzare i comportamenti, facendo sì che si avverino. Ce ne parla oggi Il Foglio, prendendone spunto per fare il quadro della situazione del mondo della scuola. Bene, un premio per le profezie autoavveranti” non lo assegneremo certo al ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, le cui affermazioni ottimistiche sull’apertura delle scuole non sembra proprio che abbiano influito sulla realtà. Purtroppo, si sta infatti registrando l’andamento opposto. Cioè la chiusura delle scuole regione dopo regione e ricorso alla didattica a distanza. Per carità, nessuno pretendeva che il ministro si dimostrasse dotata di poteri speciali. Ci saremmo accontentati, all’opposto, di un po’ più di realismo. Irrealistica si sta dimostrando la pretesa che le scuole fossero un luogo sicuro. Fantasioso, il termine appare tutt’altro che esagerato, il quadro in base al quale continua a difendere a spada tratta la didattica in presenza. Oggi sappiamo infatti che i dati dei positivi tra i banchi erano sottostimati. La realtà è che sono sempre di più le regioni che decidono per la chiusura delle scuole e il gioco è sempre quello: i governatori decretano la sospensione dell’attività didattica in classe (non per divertimento, ma sulla base dell’aumento dei contagi) e puntuale arrivano gli strali del ministro che, peraltro, come nel caso della Campania, non sortiscono alcun effetto. Tutto questo mentre i numeri dell’emergenza sanitaria sono sempre più da brividi e stanno rivelando quello che è sempre stato sotto gli occhi di tutti: la scuola non è immune dai contagi. Quando il ministro se ne renderà conto, concentrandosi per gestire al meglio la didattica a distanza e garantire ogni supporto ai docenti, magari promuovendo disposizioni chiare, sarà sempre troppo tardi.

Alberto Barelli

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