Fonte: Orizzontescuola.it – 18 gennaio 2020
Stefania Salmaso, ex direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute all’Istituto superiore di sanità e oggi membro dell’Aie, Associazione italiana di epidemiologia, spiega quanto sia importante la sorveglianza sanitaria nelle scuole attraverso i tamponi. In Toscana e in Emilia Romagna la presenza più massiccia ma un po’ in tutta Italia tanti comuni hanno attivato gli screening per docenti, personale e studenti. Anche in Sicilia la Regione ha invitato nei giorni scorsi una circolare in cui invita gli istituti ad agire in tal senso. “Per essere efficaci, i test rapidi devono essere ripetuti con regolarità” spiega Stefania Salmaso. L’aspetto fondamentale dei test rapidi è la ripetitività, quindi la cadenza fissa, che permette di ovviare ai due limiti principali dei tamponi rapidi antigenici: la loro fallibilità (la precisione è molto variabile fra le marche e comunque inferiore rispetto ai tradizionali tamponi molecolari) e il fatto che fotografano la situazione del contagio solo nel momento in cui vengono effettuati. La strategia più efficace è quella di effettuare test rapidi ripetuti ogni 3-4 giorni. Con i test rapidi si potrebbe monitorare l’evoluzione dei contagi nelle scuole, che resta comunque un punto interrogativo, come fa notare Salmaso: “Uno studio sui focolai epidemici nelle scuole in Inghilterra ha dimostrato che la maggior parte della trasmissione era tra gli insegnanti e in misura minore tra gli allievi. Anche la valutazione dei dati di contact tracing sembra indicare che in pochi casi la trasmissione intrafamiliare sia stata avviata da un ragazzo che va a scuola”.
Abstract articolo di Fabrizio De Angelis