La scuola salva dallo sciopero, non dalle polemiche

A quanto pare la scuola resterà esclusa dallo sciopero generale programmato l’8, giornata della donna, contro il femminicidio e le discriminazioni e disparità di genere sul lavoro. Sono a rischio, oltre ai servizi sanitari, i trasporti pubblici. In teoria quindi gli studenti potrebbero avere problemi a raggiungere gli istituti. In teoria, perché per l’emergenza sanitaria le scuole sono chiuse e la questione non si pone. Ci siamo risparmiati così le polemiche che sarebbero derivate attorno a una iniziativa sacrosanta, quale è il diritto allo sciopero, ma che, visto il periodo non dei più semplici che stiamo vivendo, era stata accolta con più di una perplessità. Scongiurato il rischio di polemiche su questo tema, è la didattica a distanza a tenere banco per la querelle infinita tra i sostenitori di questa modalità di studio e i suoi detrattori. A dare fuoco alle polveri è stato nei giorni scorsi il ministro dell’istruzione Bianchi, che si è espresso senza mezzi termini a favore del ricorso alla Dad anche una volta finita l’emergenza. Parole che non ci sembrano così strampalate, visto che siamo di nuovo nel bel mezzo del ritorno alla zona rossa, con la conseguente chiusura delle scuole. Ci chiediamo: visto che è stata appena decisa la sospensione della scuola in presenza, che senso ha stare a inveire contro uno strumento di cui nei fatti non possiamo fare a meno? E ancora: con tutti i problemi che attraversa la scuola e il paese in generale, ha senso continuare con le discussioni infinite su tutto e tutti, quando il senso di responsabilità dovrebbe portarci a concentrarci sulle soluzioni per affrontare le tante emergenze? Intanto viva la festa delle donne, che merita di essere festeggiata senza polemiche.

Alberto Barelli

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