TUTOR SCOLASTICI: POCHE DOMANDE E MOLTE PROTESTE

E’ stata prorogata dal 2 al 31 maggio la scadenza per la presentazione delle domande per diventare tutor. Il motivo è presto detto: la presentazione delle candidature sta procedendo molto a rilento e il numero delle procedure portate a termine è inferiore alle aspettative.

SCUOLE IN DIFFICOLTA’ PER INDIVIDUARE I TUTOR

In questi giorni nelle scuole è corsa contro il tempo per individuare i docenti disponibili a ‘candidarsi’ sia come tutor didatti che orientatori. Queste sono infatti le due differenti funzioni che saranno chiamati a svolgere i tutor a partire dal prossimo anno scolastico.

Non si tratta comunque di un semplice ritardo. In molti istituti è emerso chiaramente che nessun docente presenterà domanda, perché l’intero progetto non piace.

LE PROTESTE DEI COLLEGI DEI DOCENTI

Si moltiplicano i casi di prese di posizione dell’intero collegio dei docenti contro il progetto. In più di un istituto è stato addirittura sottoscritto un documento, in cui viene sottolineato come con l’introduzione di questa figura si contribuisce alla “corrosione del tempo dedicato alle attività disciplinari”. A livello giuridico si fa presente anche come il compito di tutor non sia previsto nel contratto di lavoro e come i presidi non potranno imporre di coprire tale incarico.

OSTACOLI TECNICI

Nel caso degli istituti professionali viene sollevata una questione non di poco conto. La figura con compiti di tutoraggio infatti è già prevista, essendo chiamata a svolgere i compiti previsti soprattutto nei primi due anni, per scongiurare gli abbandoni iniziali. Se il decreto entrerà in funzione così come è previsto attualmente avremo un paradosso: i docenti del biennio lavoreranno gratis, mentre quelli del triennio saranno pagati. Una realtà che viene considerata un controsenso.

Infine viene puntato il dito contro il corso di formazione di venti ore. Un numero esiguo di ore, alle quali non potrà garantire l’acquisizione di chissà quali ulteriori competenze, che nulla potrà aggiungere all’esperienza accumulata in anni di insegnamento.

Alberto Barelli

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