Scuola, diploma in quattro anni per gli istituti tecnici e professionali: ecco come funziona

Diploma di maturità in quattro anni, anziché in cinque, negli istituti tecnici e professionali. Con la possibilità di perfezionarsi ulteriormente per un biennio aggiuntivo, da svolgere presso gli ITS Academy – gli ex Istituti Tecnici Superiori – oppure di andare direttamente a lavorare. Senza escludere la possibilità di iscriversi, perché no, all’università.

È una delle grandi novità che porterà con sé il nuovo anno scolastico 2024/25, ormai in partenza. La Camera dei Deputati, pochi giorni prima della consueta pausa parlamentare d’agosto, ha dato infatti il via libera definitivo al Ddl che riforma il sistema di istruzione tecnico-professionale, introducendo la nuova filiera 4+2.

Nuovi ITS 4+2: formazione e lavoro vanno a braccetto Non si tratta solo di una rimodulazione temporale del piano di studi, ma della nascita di un percorso condiviso tra formazione e mondo del lavoro, per aiutare i giovani a passare velocemente dal ruolo di studente a quello di lavoratore, mantenendo una coerenza tra il percorso fatto e le mansioni svolte.

Inoltre, nonostante l’approvazione in piena estate, le scuole potranno aprire ai nuovi ITS già da questo settembre.

O, meglio, potranno farlo quegli istituti che a gennaio sono stati preventivamente ammessi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alla sperimentazione. Si tratta di 171 istituti tecnici e professionali, per un totale di 193 corsi.

Ciò non vuol dire, però, che in futuro tutte le scuole che hanno nella propria offerta indirizzi tecnici e professionali passeranno al 4+2. Dal MIM fanno sapere che l’adesione continuerà a rimanere su base volontaria: saranno i singoli istituti a decidere se e in che misura aderire.

Più STEM e lingue, maggior presenza di professionisti e imprese

 Entrando più nel cuore della riforma, come sottolinea il sito specializzato Skuola.net, i cardini del Ddl sono sicuramente una maggiore interazione tra le scuole e il mondo del lavoro e una maggior presenza di esperti provenienti dalle imprese, per coprire competenze che non sono presenti nell’attuale classe insegnante a disposizione degli istituti.

Gli organici dei docenti resteranno comunque invariati portando dunque, con la spinta dei professionisti “prestati” dalle aziende, a un potenziamento dello studio delle discipline nel quadriennio. Un fatto che ha generato numerose polemiche in merito a una possibile privatizzazione del sistema scolastico. Ma un assetto del genere, di fatto, è già realtà negli ITS Academy da diversi anni.

Dal punto di vista della didattica vera e propria, invece, verrà incrementato lo studio delle materie STEM e delle lingue. E si assisterà a una maggiore valorizzazione delle attività di laboratorio e dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).

Gli istituti, in aggiunta, potranno poi riservare quote orarie da destinare ad attività legate al territorio.

La riduzione della durata dei percorsi, va ricordato, non corrisponderà a una riduzione del quadro formativo: come già ampiamente visto in altre sperimentazioni di percorsi quadriennali già esistenti, in quattro anni il monte ore di lezioni sarà tale da permettere il raggiungimento delle competenze previste al termine dei percorsi tradizionali.

La nascita dei Campus per collegare domanda e offerta

 Parallelamente, vengono istituiti i “Campus”, ovvero reti che puntano a collegare l’offerta didattica degli istituti tecnici e professionali, degli ITS Academy e dei centri di formazione professionale.

E per chi non volesse seguire lo schema standard? Nessun problema: come detto, per loro resta aperta la possibilità di iscriversi all’università – i nuovi diplomi quadriennali lo consentono – oppure di cercare direttamente lavoro.

Valditara: “Costruiamo un canale di istruzione di serie A”

 “Con la nuova filiera tecnico-professionale – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara – costruiamo un canale di istruzione di serie A, in grado di dare una solida formazione ai nostri ragazzi, secondo programmi fortemente innovativi, che assicureranno competenze teoriche e pratiche di qualità, anche grazie al contributo delle imprese”.

Al tempo stesso, secondo il Ministro, la riforma consentirà al sistema produttivo di avere le professionalità necessarie per essere competitivo. Ad oggi la metà delle aziende fa fatica a coprire i posti disponibili, questa è la realtà. Un mismatch drammatico tra offerta e domanda di lavoro. Noi ce ne siamo fatti carico”.
 

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