ANCHE IL MINISTRO BIANCHI BOCCIA IL CONCORSO

Si allunga la strage dei respinti alle selezioni per diventare insegnanti e questa volta si tratta di un bocciato d’eccezione: il concorso stesso.

Si, a sparare contro le ormai famigerate selezioni è ora niente di meno che lo stesso ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, che è stato netto: “è un sistema di prove inadeguato”.

Dunque alla fine, dopo le arrabbiature degli aspiranti insegnanti (anzi ex, perché respinti) e dopo gli strali dei sindacati, possiamo dire che sembra adempiersi il celebre detto “tanto tuonò che piovve”.

Che sia l’ultima volta di un concorso disumano, con prove impossibili e una procedura che presuppone un quoziente minimo di intelligenza da geni? In tanti ne sarebbero felici ma, intanto, i candidati alle prossime classi di concorso devono rassegnarsi a partire in cento per tornare sani e salvi in cinque, essendo, come noto, la percentuale dei bocciati del 95%.

Come nella migliore tradizione italiana, vista la mal parata tutti prendono ora le distanze dal soggetto caduto in disgrazia. Così il ministro Bianchi è corso a sottolineare il fatto che la procedura sia stata ereditata dal precedente governo.

Peccato che l’ex ministro Lucia Azzolina abbia potuto ribattere che l’attuale modalità sia invece il frutto delle modiche apportate proprio da Bianchi:

“Nel 2020 – sottolinea Azzolina – abbiamo bandito un concorso a cui hanno fatto domanda 500mila persone. Allo stesso modo, anche per il concorso straordinario avevamo previsto una prova scritta eliminando proprio il quiz”.

Quindi l’affondo:

“A cambiare il programma concorsuale è stata l’approvazione del decreto 73 del maggio 2021 e gli atti attuativi del dicastero guidato da Bianchi. Con questi provvedimenti si è passati al quiz per tutti. Anche il concorso Stem, sempre a crocette, è stato bandito dal suo Ministero. Tutte scelte che si sono rivelate sbagliate”.

Che dire? Al lettore lasciamo libertà di giudizio su chi abbia ragione. Aggiungiamo solo chissà che il futuro non veda trionfare il proverbio che, in questo caso, potrebbe far giustizia delle migliaia degli aspiranti docenti bocciati: “tra i due litiganti il terzo gode”.

Se le polemiche serviranno a a cambiare le cose, con prove più umane e per esempio con l’introduzione del concorso annuale, vincerebbe l’intero sistema formativo italiano.

Direttore Dott. Alberto Barelli

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