Rientro a scuola, ma non per tutti

Per due milioni di studenti oggi avrebbe dovuto essere il primo giorno di scuola, ma il condizionale è d’obbligo. La campanella ha suonato in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, ma non in tutte le scuole. L’avvio dell’anno scolastico in queste regioni, già slittato dal 14 al 24 settembre, ha visto rimanere chiusi numerosi istituti scolastici, non solo a causa dello sciopero indetto dai sindacalisti proprio per oggi, 24 settembre, e per domani, venerdì 25 settembre, ma anche per le votazioni che si sono svolte domenica 20 e lunedì 21 settembre. Molte scuole occupate dai seggi, infatti, lamentano difficoltà organizzative per la giusta e corretta sanificazione delle aule. Fatto sta che ad ora non è ancora chiaro quanti dei quasi 2 milioni di studenti siano entrati regolarmente in classe: in giornata, sicuramente, ci saranno dati più precisi.

Alcuni sindaci, per evitare caos ulteriore, avevano già emanato un’ordinanza che fissa il ritorno a scuola direttamente a lunedì 28 settembre. La decisione era stata presa sia per l’impossibilità di avere a disposizione gli istituti sedi di seggi elettorali, ma anche per problemi legati all’organizzazione del trasporto degli studenti. Per uno studente su cinque della regione Puglia, ad esempio, è stato modificato l’orario e il tragitto casa-scuola, ma questo è un disagio che si sta verificando anche nelle altre regioni.

La situazione resta talmente difficile in alcune aree della Campania che a Castellammare il ritorno sui banchi è stato fissato addirittura per il 1 ottobre. L’altra grande questione con cui stanno facendo i conti i dirigenti scolastici è l’organizzazione degli orari di ingresso scaglionati: tante famiglie, visto anche il problema legato al trasporto pubblico, dovranno organizzarsi autonomamente per accompagnare i figli a scuola in base ai differenti orari scolastici.

A pesare sulla già complicata situazione è stato anche gli scioperi indetti dalle organizzazioni sindacali per questi giorni.

 

Mirna Ventanni

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