Pensioni scuola insegnanti e ATA 2021, ecco le vie di uscita: vecchiaia, anticipata, quota 100, opzione donna, quota 41 precoci

Fonte: Orizzonte Scuola, 29 settembre 2020

Il 2021 si avvicina e i lavoratori della scuola sono alle prese con i vari tipi di accesso alla pensione. Ecco un quadro per l’orientamento per i chi ha intenzione di andare in pensione il prossimo anno.

Finestra fissa. La finestra unica è lo strumento che rende uniche le norme per il pensionamento nella scuola, per il quale va tenuto conto dell’anno scolastico. In pratica si andrà in pensione a partire dal primo settembre.

I requisiti invece devono essere conseguiti entro il 31 dicembre. Il tutto è regolato dalla legge numero 449 del 1997. L’articolo 59 così recita “Per il personale del comparto scuola resta fermo, ai fini dell’accesso al trattamento pensionistico, che la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell’anno”.

Pensione di vecchiaia e anticipata

La pensione di vecchiaia e anticipata riguardano la maggioranza dei lavoratori. Nel primo caso è previsto il requisito anagrafico e quello contributivo. La pensione anticipata richiede solo il requisito contributivo.

A queste due tipologie si aggiunge una terza ipotesi, anche se per il prossimo anno è da considerarsi una possibilità soltanto ipotetica: la pensione con opzione donna. Si tratta del  Regime sperimentale donna, che prevede la possibilità di lasciare il lavoro a 58 anni, essendo richiesti 35 di contributi.

Allo stato attuale delle cose le lavoratrici del comparto non potrebbero utilizzare questa misura la cui sperimentazione scade il 31 dicembre prossimo. In caso di proroga però, si aprirebbe al pensionamento anticipato con l’opzione contributiva donna alle lavoratrici del comparto che compiono 58 anni nel 2020 che abbiano anche 35 anni di contributi completati entro il 31 dicembre 2020. Naturalmente resterebbe l’obbligo per le optanti di accettare una pensione si anticipata, ma calcolata interamente con il sistema contributivo. Non si sa se questa possibilità sarà confermata per il prossimo anno, per il quale è certo che resterà valida la quota 100.  Chi ha circa 62 anni di età e una contribuzione di 38 anni potrà avvalersene, fermo restando che il trattamento previdenziale partirà dal settembre 2021.

Giacomo Mazzarella

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