Elementari, tornano i giudizi, ma solo in pagella

Dal 1977 è la nona volta che si cambia sistema di valutazione.

Il decreto ministeriale è uscito ieri ma sapeva da aprile: nell’anno 2020/2021 le pagelle finali delle scuole elementari non conterranno voti ma solo giudizi.

Naturalmente l’eterna diatriba tra i fautori dell’uno o dell’altro parametro valutativi ha ripreso vigore in siti e community ma di fatto il gruppo di lavoro presieduto dalla prof. ssa Elisabetta Nigris, Coordinatrice nazionale dei Presidenti dei Corsi di laurea in scienze delle formazione primaria, incaricata da trovare linee guida per tutti, si è già insediato.

Lo ha annunciato Marco Bruschi, Capo Dipartimento per il sistema educativo, di istruzione e di formazione del MIUR in un documento nel quale si ricorda come la decisione non è una novità dell’ultim’ora ma fosse stata assunta dal Governo con il decreto legge 8 aprile 2020, n. 22, poi convertito a giugno dalle Camere. Spiega Bruschi ai presidi che sono i destinatari della missiva “la valutazione finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di smdio previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo è espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministro dell’istruzione. I criteri di valutazione, restano quelli a suo tempo determinati dal Collegio docenti: così come la valutazione specifica  degli apprendimenti, che il giudizio descrittivo sarà poi chiamato a svolgere. La norma non dice niente delle valutazioni intermedie che rimarranno con votazione in decimi”.

9 VOLTE DAL VOTO AL GIUDIZIO

E’ il nono dietro front dal 1977, come ricordò il Sole 24 ore ad aprile quando questa ennesima inversione di marcia fece capolino in Parlamento. I voti furono aboliti per la prima volta sulla scorta delle contestazioni studentesche all’epoca del ministro Franco Maria Malfatti. Resisteva dal 1922. Nel 1990 dai giudizi si passa alle lettere, A-B-C-D fino ad E. Nel 1993 si torna ai giudizi sintetici ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente e poi tutto il magma indistinto dell’insufficenza. Senza dimenticare la parentesi del portfolio, le schede fai da te e infine nel 2008 il ritorno trionfale del voto. Fino ad oggi.

Quindi? Quindi voti per gli elaborati, le prove orali e scritte e tutto quando sia non sia il giudizio finale nella pagella dove si dovrà trovare non la cifra che fa quadrare il cerchio ma la parola che squadra gli animi nostri informi. Covid regnante, nonostante questo ritorno del giudizio sia caldeggiato da fior di pedagogisti, psicologici, filosofi e luminari, non era proprio possibile rimandare?

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