SE IL CONCORSO INIZIA CON UNO SCIOPERO

Inizia con uno sciopero il concorso della scuola. E per i prossimi giorni tutti impegnati a studiare il terzo, ripetiamo, il terzo dpcm con le ulteriori novità su ingressi e didattica a distanza. Insomma un’altra settimana di ordinario caos e grattacapi burocratici, che vedrà aspiranti insegnanti, studenti e docenti tutti insieme appassionatamente o, meglio, carichi di passione, all’insegna dello slogan “io speriamo che ma la cavo”. La notizia è che il via alle prove previsto per domani, in sé non fa notizia, nel senso che tutto sembra poter iniziare senza annunciati intoppi. Per la gioia del Ministro Lucia Azzolina l’emergenza coronavirus non sta impedendo l’avvio del concorso, per il quale nonostante il gran numero di aule e l’esercito di esaminatori necessari non si registrano disguidi. Ma tanto per non farci mancare niente ecco che già il secondo giorno di concorso si tratterà di fare i conti con uno sciopero generale indetto dall’associazione sindacale CUB SUR Scuola, Università e Ricerca appunto per l’intera giornata di venerdì 23. La mobilitazione riguarderà anche i trasporti, che rappresentano uno dei punti al centro delle rivendicazioni del sindacato di base. A quanto si è capito sembra che sarà garantito un numero minimo di corse. Le aziende si sono infatti attivate per pubblicare gli aggiornamenti dei nuovi orari in vigore, con l’indicazione delle corse garantite e quelle a rischio soppressione. Insomma i candidati che devono recarsi a sostenere le prove faranno bene a tenere d’occhio i siti di trasporto locale. Buona fortuna per chi dovrà affrontare l’impresa di raggiungere la sede della prova, venendo magari da tutt’altra città. Due parole sulle motivazioni dello sciopero, attraverso le parole di Giovanna Lo Presti, portavoce nazionale CUB Scuola: “Scioperiamo contro una crisi sociale ed economica che, ancora una volta, rischia di essere pagata dalle classi popolari. La nostra è una lotta contro ogni precarietà. Per la scuola, l’elenco è lungo: si va dalla denuncia di stipendi vergognosamente bassi alla mancata stabilizzazione di molti docenti che lavorano da anni come precari, dall’età pensionabile troppo avanzata alla mancanza di sicurezza nelle scuole”. L’elenco è lungo sempre più complicatino per i dirigenti scolastici alle prese con la gestione degli ingressi scaglionati e soprattutto con la mancanza degli autobus per garantire l’afflusso degli studenti nei nuovi orari. Nei prossimi giorni saranno chiamati a mettere in pratica le nuove disposizioni che saranno inserite nell’ennesimo dpcm ora allo studio del premier Conte. Per carità, la situazione è in evoluzione e affrontare un’emergenza sanitaria sempre più grave non è cosa semplice né per il Governo né per nessuno ma se si inizia con lo sfornare un dpcm a settimana come era avvenuto per le autocertificazioni per spostarsi durante la quarantena di marzo tutto sarà più complicato. La più piena solidarietà ai dirigenti scolastici.

Alberto Barelli

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