DA MARY POPPINS A TATA LUCIA. La puericultrice un mestiere riconosciuto dal Ministero della Sanità. Il corso di qualifica professionale di Noidellascuola

Può sembrare singolare un corso di qualificazione professionale per diventare Puericultrice. Negli ultimi anni il lavoro di puericultrice ha perso un po’ smalto, messo in ombra dai percorsi universitari che stanno interessando tutto il mondo degli educatori per la prima infanzia. Ma fino a poco tempo fa è stato spesso oggetto di uno storytelling di grande successo. Alcune sono diventate famose:  da Eraclea, nutrice di Ulisse ed unica a riconoscerlo, a Mary Poppins alla Nanny della serie americana di Francesca Cacace, fino a Tata Lucia del programma S.O.S Tata, nella vita una pedagogista e stimata docente universitaria. Le puericultrici hanno ispirato romanzi, serie e film, incubi ricorrenti. A volte è difficile riconoscerle perché il termine tecnico di puericultrice convive con molti sinonimi: nutrice, balia, tata o babysitter, bambinaia, nurse, sorvegliante. Ognuno ha una sfumatura diversa ed esprime la visione della puericultrice nel contesto in cui opera: dai figli per la patria o il casato della nutrice alla versione più pop della babysitter della famiglia post moderna, attenta alla qualità della vita. La puericultrice oggi è una professionista iscritta nell’Elenco delle professioni sanitarie del Miur. La loro portainsegne italiana, Lucia Rizzi di SOS Tata, è una docente universitaria, pedagogista, prestata alla tv nel programma che dal 2004 al 2017 raccontava il dramma di famiglie tiranneggiate dai figli e salvate dall’intervento severo ma giusto di varie tate, tra cui la più famosa e controversa tata Lucia. Questo ruolo delicatissimo di integrazione-sostituzione della genitorialità ha reso la puericultrice una musa di narrazioni emotive sia in senso agiografico che denigratorio. Ma tutti i sinonimi sono al femminile: finora ha mantenuto una connotazione di genere a senso unico connessa alla prerogativa dominante del senso di cura di questo mestiere. Ammettendo che ci sia da lavorare sul gender gap, di solito nelle creazioni di fantasia le tate sono o angeli o demoni ma nella realtà non basta il carisma anzi serve una vera e propria qualificazione professionale per poter dirsi puericultrici. In questo quadro si spiega un corso per diventare puericultrice professionale e non per caso. Debbono avere un bagaglio di competenze ben organizzato: riguardano psicologia, pedagogia, pediatria, anatomia, fisiologia, puericultura, igiene del bambino e dell’ambiente, ostetricia, assistenza sociale, scienza dell’alimentazione, tecnica assistenziale, etica professionale. Deve inoltre conoscere la comunicazione e i linguaggi verbale, corporeo, figurativo, i diritti del bambino, doveri della famiglia e della società, tappe evolutive e sviluppo socio-psicologico del bambino, funzioni dell’asilo nido, attività ludico-motorie. La puericultrice deve essere in grado di gestire le relazioni con più soggetti (bambini, genitori, operatori sanitari e sociali), curare l’igiene e l’alimentazione del bambino; progettare e proporre attività ludiche motorie ed espressive. Deve inoltre avere buone capacità manuali. Ed arriviamo a Noidellascuola: il corso annuale di Puericultrice di Noidellascuola è aperto a chi ha 16 anni e la licenza di terza media. Inoltre negli ultimi anni si registra una richiesta in crescita di questo profilo nel servizio sanitario nazionale, in servizi ambulatoriali e consultoriali, nelle scuole materne, in istituti di recupero per bambini, negli enti locali, in cooperative sociali che si occupano di minori e in ludoteche. Nei servizi pubblici e privati della prima infanzia, asili nido, e delle scuola dell’infanzia, nelle cooperative che erogano servizi di integrazione per i tempi di scuola, sostegno per i compiti e accoglienza, le puericultrici non sono personaggi carismatici ma esperte formate con qualifica professionale. Il corso di qualificazione professionale di Noidellascuola è completamente on line: a causa del Covid attualmente le 550 ore sono suddivise in 350 ore di lezioni on line e 150 ore per il tirocinio. La durata è di un anno con lezioni on line dal lunedì al sabato dalle 14.00 alle 19.00, la domenica dalle 9.00 alle 14.00 per un totale di 35 ore settimanali.  La nostra struttura si occuperà di trovare la disponibilità di strutture adatte ad accogliere lo studente nel territorio di provenienza. Se la didattica è sempre on line sulla piattaforma elettronica, anche la parte pratica del tirocinio potrà essere espletata senza spostamenti e anche in caso di chiusura dei confini regionali e comunali.

Per sapere di più
info@noidellascuola.it
075-8515251

Redazione

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