Che Natale ci aspetterà?

Piano piano ci stiamo abituando all’idea che sarà un Natale sotto tono. Niente cenone con tutta la famiglia fino ai cugini di quarto grado, niente tombolate e niente brindisi di mezzanotte. È inutile negarlo. Tra tradizioni cancellate, restrizioni sui viaggi, quarantene, tamponi e infinite ansie e stress, ci attende un Natale diverso dal solito. Se aggiungete un bambino che non può abbracciare sua nonna, eccovi servita l’ennesima delusione di questo 2020 proprio da dimenticare. Le misure previste dal Dpcm di Natale, in vigore dal 4 dicembre al 15 gennaio 2021, parlano chiaro: non si può uscire dalle 22.00 alle 5.00 del mattino se non per esigenze comprovate e si “raccomanda fortemente” di riunirsi solo tra persone conviventi. Le giornate più brevi e buie di novembre e dicembre inaugurano un aumento dei livelli di stress, specialmente per tutte le persone che vivono dinamiche familiari complicate e ristrettezze economiche, afferma la psicologa Michi Fu, professoressa presso l’Alliant International University della California. Sfortunatamente, la crisi sanitaria ed economica attualmente in atto contribuirà senza dubbio a esacerbare questo tipo di problematiche. Lo stress è aumentato nel corso della pandemia. Quasi un adulto su cinque afferma, che il suo livello di stress è più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con la fascia genitoriale, in particolare, che indica la situazione scolastica dei figli come causa preponderante dell’elevato livello di nervosismo. Gli esperti sono preoccupati dal fatto che la combinazione del consueto stress da festività unito all’ansia relativa alla pandemia siano la premessa perfetta per vacanze davvero malsane, tanto per gli adulti quanto per i bambini. Ma riconoscendo il fatto che questa stagione ha in serbo delle sfide di per sé uniche e concentrandosi solo su ciò che si può controllare, Fu afferma che le famiglie possono comunque evitare che la situazione precipiti. “Cercate di vedere le cose in prospettiva”, esorta la studiosa. “All’interno di uno schema più ampio, si tratta solo di festività”. Quando una persona percepisce che c’è qualcosa che non va, cervello e corpo scattano sull’attenti. “Si innescano sentimenti normali, quasi funzionali, da un punto di vista evolutivo”. Sembra la trama di un cartone animato . “Nessuno forse aveva mai pensato che il Natale poteva esserci davvero sottratto, ma in realtà, senza retorica, quest’anno ognuno può superare i limiti imposti dalla pandemia con la sua fantasia e creatività. Può essere un Natale maggiormente vissuto con i nostri sentimenti, con spiritualità, con meno rumori e più intimità”. Il vaccino arriverà a gennaio e quest’ultimo sforzo suona come il rush finale di una lunga maratona iniziata a marzo. “Come spesso succede le cose vengono a mancare quando sembra che se ne abbia più bisogno. Ma questi sono i momenti per guardarci dentro, per capire cosa conta davvero, fuori dalle ordinarie abitudini o dai luoghi comuni”.E anche se più difficile e sofferto, possiamo provare a trovare dei nuovi modi per dimostrare affetto e vicinanza ai parenti lontani; possiamo farlo mediante una vicinanza psicologica se non possiamo avere quella fisica. Gli abbracci sono importanti ma si può stare vicini anche solo con la psiche e con il cuore, che è la vicinanza più autentica. È importante trovare nuove strade e nuovi modi per abbracciarci e dirci il nostro affetto, per condividere dolori e gioie e anche, per chi lo sente, il vero spirito del Natale.

Gaia Lupattelli

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