Fonte: Il Manifesto – 8 gennaio 2021
“Per il rientro in sicurezza ci vuole uno screening permanente – spiega il comitato – e il vaccino per tutta la comunità scolastica, basta contrapporre diritto all’istruzione e alla salute, governo e regioni hanno fallito”. A Roma il coordinamento dei consigli degli istituti chiede la modifica del protocollo sui trasporti, mentre a Milano è polemica tra prefetto e presidi in merito ai provvedimenti previsti per chi non rispetta il 50% delle presenza in aula. In Lombardia le superiori torneranno in classe a metà dal 24 gennaio. Ieri il commissario all’emergenza Arcuri ha parlato di vaccino al personale scolastico a partire da febbraio. Quasi tre milioni di studenti delle scuole superiori torneranno in presenza lunedì 11 ma solo a metà (50%) mentre in tutte le altre si attenderà il 25 (Campania) o il primo febbraio (Veneto, Friuli, Marche). La giornata di ieri è iniziata con un flash mob davanti al ministero dell’Istruzione a Roma e con iniziative a piazza Affari e davanti alla regione Lombardia a Milano. Partecipate le manifestazioni dei collettivi che hanno organizzato la Dad in piazza. A Faenza la docente Gloria Ghetti, docente di filosofia del liceo Torricelli-Ballardini, ha occupato simbolicamente la sua scuola. «Così forse capiscono meglio il bisogno che abbiamo di tornare a scuola e restarci in sicurezza- ha spiegato – Questo significa garantire a tutti uno screening capillare periodico con test rapidi e inserire il personale nella fascia uno della somministrazione del vaccino». Mobilitazioni anche a Napoli.«Scuola Saperi e Cura» ha manifestato e criticato la regione di De Luca e il governo. «L’emergenza che non è più tale – sostiene Roberta Moscarelli della rete degli studenti di Napoli – Ci sembra che non è stato fatto nulla per garantire il diritto all’istruzione senza metterlo in contrapposizione con quello alla salute». A Roma ieri c’è stato anche un sit-in a piazza Montecitorio, indetto dal coordinamento dei presidenti unitamente ai sindacati. Nella Capitale è in corso una forte polemica tra i docenti dei licei romani e della città metropolitana, il prefetto, l’ufficio scolastico regionale e il governo sulle modalità del rientro. (…) In questo quadro non è detto che si si arriverà al 75% delle lezioni in presenza alle superiori prospettato dal governo. Si dovrà attendere il prossimo Dpcm ma in molti temono la Dad al 100%. La riapertura post-natalizia conferma lo stato di crisi profonda che danneggia la vita psichica e relazionale degli studenti e aggredisce la costituzione. «Ciò che amareggia è la scuola messa all’ultimo posto – spiega Costanza Margiotta di «Priorità alla scuola» – La si condanna per i contagi prima di averla riaperta. Sulla scuola si gioca una crisi di governo e un’altra di sistema perché lo Stato è prigioniero delle regioni e non è in grado di assicurare l’istruzione. Dopo 10 mesi di pandemia il governo ha fallito sulla riapertura».
Abstract articolo di Roberto Ciccarelli