Draghi, quella volta che disse sui docenti: “La mobilità ha scarso legame con le esigenze educative”

Fonte:  Orizzontescuola.it – 3 febbraio 2021

Mario Draghi, l’ex presidente della Banca Centrale Europea, è stato convocato per domani mattina alle 12 dal presidente della Repubblica per ricevere il mandato esplorativo per formare un nuovo governo. Una personalità di spessore, la cui competenza è riconosciuta a livello mondiale. L’ex presidente della BCE è stato anche governatore della Banca d’Italia, dal 2005 al 2011. Proprio nelle vesti di presidente di Bankitalia, Draghi aveva parlato anche di scuola e di insegnanti affermando “L’istruzione si conferma al primo posto fra i campi dove un cambiamento forte è necessario. La bassa collocazione del nostro sistema scolastico nelle graduatorie internazionali ha una caratterizzazione territoriale che merita attenzione”. (…) E ancora: “In Italia il reclutamento dei docenti, la loro distribuzione geografica e fra le diverse scuole, i percorsi di carriera sono governati da meccanismi che mescolano, a stadi diversi, precarietà e inamovibilità. La mobilità ha scarso legame con le esigenze educative, con meriti e capacità: ogni anno più di 150 mila insegnanti su 800 mila cambiano cattedra in un travagliato percorso di avvicinamento alla posizione desiderata”. Infine aveva aggiunto: “Pesa il ritardo nello sviluppo di un efficace sistema di valutazione delle scuole, che nell’esperienza degli altri paesi appare indispensabile complemento dell’autonomia scolastica. Per cambiare la scuola italiana si deve muovere dalla constatazione dei circoli viziosi che la penalizzano, disincentivano gli insegnanti, tradiscono le responsabilità della scuola pubblica. I problemi nascono qui, non da una carenza di risorse per studente destinate all’istruzione scolastica, che sono invece più elevate in Italia che nella media dei paesi europei”. Più recentemente, a Rimini, Draghi aveva affermato: “Il futuro dei giovani è a rischio, bisogna dar loro di più. Ha parlato di un debito che dovrà essere buono per non caricare «le nuove generazioni di un’eredità insostenibile, che potrebbe creare una delle forme più gravi di diseguaglianza. E ha aggiunto che si corre il pericolo che ai giovani resti la mancanza di una qualificazione professionale che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e i loro redditi futuri. La pandemia potrebbe creare una distruzione di capitale umano senza precedenti”.

Abstract articolo di Andrea Carlino

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