Fonte: Corriere della Sera – 10 marzo 2021
Per Antonio Uricchio, presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (Anvur), le determinazioni dell’ente non penalizzano in alcun modo la ricerca umanistica a vantaggio di quella scientifica. Uricchio interviene in risposta alle considerazioni di Ernesto Galli della Loggia, autore di un articolo intitolato «Quell’ideologia che penalizza le discipline umanistiche». “Le riflessioni condotte appaiono largamente condivisibili nella parte in cui stigmatizzano l’utilizzo di espressioni evocative di logiche produttivistiche e economicistiche anche in materia universitaria (come «capitale umano» e «prodotto della ricerca») e ribadiscono l’importanza della cultura umanistica nell’educare al mondo e ai valori democratici (così ad esempio Marta Nussbaum). – spiega Uricchio – Meno condivisibile è, tuttavia, la preoccupazione che le azioni dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (Anvur), di cui sono presidente, possano penalizzare la ricerca umanistica a vantaggio di quella scientifica”. “Invero, un certo immaginario considera ancora l’Anvur un’entità misteriosa, – continua – dominata da oscuri algoritmi e da modelli bibliometrici e citazionali che promuovono solo una parte della ricerca, prevalentemente di ambito scientifico e tecnologico, senza apprezzare la qualità immisurabile di monografie e altre opere delle scienze umane. Al contrario, l’Agenzia opera in piena trasparenza, promuovendo la valutazione come valore in grado di contribuire al complessivo miglioramento qualitativo del sistema universitario, obiettivo peraltro riconosciuto nello stesso editoriale. In questo contesto non vi sono aree scientifiche privilegiate né altre punite, in quanto la funzione della valutazione della ricerca è promuovere la qualità, il merito e l’eccellenza dell’intero sistema della ricerca attraverso criteri aperti e partecipati, sostenuti dal confronto costante con le comunità scientifiche di riferimento e con le altre agenzie internazionali”. (…) “Conclusivamente, credo che l’Agenzia abbia raggiunto e miri a conseguire ancora traguardi importanti (illustrati nel nuovo Programma delle attività 2021-2023), nonostante le resistenze e le diffidenze di alcuni ambienti accademici abituati all’autoreferenzialità e a un malinteso senso di autonomia. L’obiettivo – questa l’ultima valutazione – rimane quello di promuovere e consolidare la valutazione come modello, come opportunità e come valore, rendendola centrale nel miglioramento qualitativo dell’intero sistema accademico, nel rispetto della ricchezza e della diversità dei saperi e senza distinzione tra ambiti disciplinari”.
Abstract intervento di Antonio Uricchio