Fonte: Corriere della sera – 25 marzo 2021
«Se la situazione epidemiologica lo permette». E’ premessa in base alla quale si muove il presidente del consiglio Mario Draghi per non alimentare aspettative sul fronte ella scuola. Draghi sa di non poter garantire nulla, se non l’impegno a «riaprire la scuola in primis» e spiega: «se la situazione epidemiologica lo permette cominceremo a riaprire almeno le scuole primarie e dell’infanzia, anche nelle zone rosse, allo scadere delle attuali restrizioni, speriamo subito dopo Pasqua». Quindi siamo di fronte a un rapido cambio di prospettiva rispetto all’ultimo Dpcm, in scadenza il 6 aprile, che prevede lezioni a distanza per le scuole di ogni ordine e grado in zona rossa, una fascia nella quale si trovano ora nove regioni italiane più la Provincia di Trento: quasi sette milioni di studenti, 8 su 10, costretti a casa. E tutto lascia pensare che per più della metà di loro questa situazione potrebbe protrarsi anche nelle settimane dopo Pasqua. Di fatto, a un mese dall’insediamento Draghi punta a ristabilire le condizioni dettate dal governo Conte (…). Decisivi saranno i dati del monitoraggio sull’andamento dell’epidemia, domani e la prossima settimana ma la soluzione per riaprire le scuole è la vaccinazione degli insegnanti: «Abbiamo dato un’accelerazione importante alla campagna e su base nazionale siamo riusciti a vaccinare più della metà del personale scolastico, con differenze tra regioni e regioni», spiega il ministro. In realtà molti hanno ricevuto solo la prima dose, ma parliamo di circa 600mila immunizzati, tra docenti (di ruolo e precari), dipendenti amministrativi, tecnici e ausiliari, su una platea potenziale di un milione e 200mila persone. Nel report vaccinazioni del governo, in realtà, alla voce «personale scolastico» vengono indicate 800mila vaccinazioni effettuate, ma in quasi tutte le regioni vengono messi nello stesso gruppo anche docenti e dipendenti universitari. Intanto i sindacati chiedono garanzie sulla sicurezza: «Mancano i presupposti per mandare in presenza in zona rossa docenti che per il 60% hanno un’età media over 50 e per il 30% over 55», spiega Marcello Pacifico, presidente Anief. E bisogna calcolare che, da quando ne è stato autorizzato l’uso anche al di sopra dei 65 anni, il vaccino AstraZeneca non è più riservato a personale scolastico e forze dell’ordine, come è stato, di fatto, fino a poco tempo fa: «La priorità torna ad essere legata da un lato all’anagrafe e dall’altro alle fragilità», ricorda il ministro della Salute, Roberto Speranza. Tradotto, gli insegnanti ora tornano in coda dietro agli anziani. Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts e ora consulente del ministro Bianchi, è comunque ottimista: «La campagna vaccinale sta andando avanti molto bene e contiamo di raggiungere la stragrande maggioranza del corpo docente e non docente subito dopo Pasqua»
Abstract articolo di Niccolò Carratelli