Un Governo di ripetenti. La scuola ha perso un anno

Fonte:  Il Tempo – 21 aprile 2021

La scuola si attrezza per i miracoli. Dopo un anno di Didattica a Distanza, lunedì si torna a scuola in presenza per un mese, nelle regioni gialle e arancioni, con il rompicapo spazi, le vaccinazioni per il personale scolastico sospese, i tracciamenti rimasti chimera, il nodo trasporti ancora da sciogliere e la carenza di docenti per il numero di classi in quarantena moltiplicate a causa delle norme anti-Covid più stringenti per le varianti. E il governo si piega alla gradualità. La decisione è stata annunciata ieri dalla ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini durante la riunione informale tra l’esecutivo e gli enti locali. La possibilità che siano i dirigenti scolastici a stabilire la percentuale di ragazzi in presenza piace ai presidi. Duri comunque i sindacati. La Flc Cgil ha chiesto che il governo rivaluti la scelta per la ripresa e lavori concretamente per raggiungere l’obiettivo in sicurezza. «Per aprire le scuole c’è una volontà politica. Ma vediamo solo questa», ha sbottato Pino Turi (Uil). Lo Snals, guidato da Elvira Serafini, ma pure la Cisl di Maddalena Gissi, hanno evidenziato come sia stata sospesa la campagna vaccinale per il personale della scuola, ma ci siano alcune regioni che non hanno raggiunto neanche il minimo delle vaccinazioni.

L’idea del governo è quella di arrivare a giugno con la didattica in presenza al 100%, partendo però da lunedì con un «minimo del 60%». Dubbi espressi, a quanto si è appreso, da parte delle Regioni Calabria, Puglia e Campania, per bocca dei propri rappresentanti, sul limite minimo di presenza degli alunni, considerato «troppo alto» per poter garantire il distanziamento sociale negli spazi scolastici e sui mezzi pubblici. Lo schema del nuovo dl Covid, stando alle bozze trapelate nelle ultime ore, permetterà quindi alle scuole secondarie di secondo grado di adottare «forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica» affinché sia garantita, in zona rossa, la presenza «ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75%, della popolazione studentesca», mentre in zona gialla e arancione la didattica in presenza dovrà essere assicurata «ad almeno il 60% e fino al 100% della popolazione studentesca».

Abstract articolo di Valentina Conti

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