Chi ha visto la certificazione verde che attesta l’avvenuta vaccinazione per il Covid vince un milione.
Anzi due o tre. Tanto nessuno tra i vaccinati, insegnanti in testa, alzerà la mano, perché, a quasi una settimana dalla sua entrata in vigore, non si è ancora palesata. Più che verde è insomma un pass trasparente. Un ritardo dovuto alla burocrazia? Magari. Il motivo della sparizione è più serio e non c’è da scommettere che il ritardo possa essere superato in tempi brevi. A bloccare l’erogazione è stata niente di meno che la bocciatura decretata dal Garante della privacy, che ha giudicato illegittimo il certificato. Tra i rilievi il più importante è che non si può chiedere ai medici di famiglia la responsabilità di rilasciare certificati, come previsto dalla normativa. Ma non c’è rischio che questo avvenga. Nessun medico ha intenzione di prendere in considerazione la cosa. Per ora è previsto che le regioni provvedano a rilasciare una attestazione dell’avvenuta vaccinazione ma sono pochissime quelle che lo stanno erogando. Altra brutta notizia è che per la certificazione verde dovrà pervenire il nulla osta della Ue, per il quale si tratta di attendere chissà quanto. Ovviamente sulla vicenda è bagarre, che ha un lato positivo. La nota lieta delle polemiche sul pass fantasma, per il quale ci si dovrà rivolgere ai ghost busters o alla celebre trasmissione “Chi l’ha visto?”, è che sta contribuendo a fare passare in secondo piano i mugugni sul piano di apertura delle scuole per i mesi estivi. Ma questo è un altro capitolo
Alberto Barelli
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