Salviamo la scuola del lavoro

Fonte  La Repubblica –  maggio 2021

Nel nostro Paese abbiamo due questioni che dimostrano come “corporazioni, interessi di parte” siano formidabili nel distruggere, puntualmente, le poche cose che funzionano: Alternanza scuola lavoro e Its, gli Istituti tecnici superiori. (E invece si danno 4 miliardi ai Cpi, centri per l’impiego che collocano meno del 3% di chi vi si rivolge). Sulla prima, gli studi di AlmaLaurea e AlmaDiploma dimostrano che, dove viene svolta con serietà, i ragazzi e le ragazze che ne prendono parte hanno il 40% di probabilità in più di trovare un lavoro. Risultato: gli ultimi due governi hanno smontato e depotenziato l’alternanza scuola lavoro. Questo è il primo paradosso.

Il secondo è collegato a un’eccellenza del sistema formativo italiano: gli Istituti tecnici superiori (Its). Le nostre scuole di tecnologia post diploma che, a dieci anni dalla nascita, continuano a registrare tanti occupati e pochi studenti. E pensare che il rapporto Ocse Education at a glance 2019 riconosce agli Its nostrani un tasso di occupazione dell’82% nella classe 25-64 anni ma gli studenti frequentanti sono appena il 2% di tutti gli iscritti a un corso di studi terziario. L’1,7% per la precisione. Una forbice che non si registra in nessun altro Paese industrializzato, senza contare il basso numero di laureati. Tutto ciò a fronte di un quadro finanziario neanche paragonabile (…)

Il pericolo è quello di accrescere il peso di corsi teorici e di rendere gli Its una brutta copia di certi corsi di laurea universitari. Invece il discorso dovrebbe essere opposto: rendere certi corsi di laurea meno astratti, inserendo docenti con percorsi extra curricolari (i cosiddetti professor of practice

In Germania e Francia funzionano proprio perché rappresentano un bisogno di competenze nuove e urgenti. E invece passare dai 60 milioni a 1,5 miliardi di euro ha fatto partire gli appetiti.

È per questo necessaria una legge urgente, che li consolidi, che fornisca un benchmark di qualità da Nord a Sud. E poi bisogna “organizzare la domanda”, gli studenti, le imprese e il territorio o li confondono con gli Itis o non li conoscono affatto. Insomma, le cose che funzionano sono snobbate o osteggiate da tutti, poi quando arrivano i soldi, parte l’assalto alla diligenza a costo di distruggerle.

Abstract articolo di Marco Bentivogli

Articoli recenti

PERCORSO FORMATIVO DOCENTI 60 CFU PRESTO AL VIA

PERCORSO FORMATIVO DOCENTI 60 CFU PRESTO AL VIA

Presto al via il nuovo percorso formativo del personale docenti da 60 cfu. Si attende infatti soltanto il nulla osta della Commissione europea per l’approvazione definitiva e la sua promulgazione sul prossimo Dpcm.Dopo mesi di attesa saranno così note le nuove...

SCUOLA MATERNA NON STATALE: FIRMATO IL CONTRATTO PER IL PERSONALE ATA

SCUOLA MATERNA NON STATALE: FIRMATO IL CONTRATTO PER IL PERSONALE ATA

Sospiro di sollievo per circa quarantamila dipendenti delle oltre novemila realtà educative aderenti alla FISM, la Federazione Italiana Scuole Materne. È il risultato conseguito dopo una lunga trattativa, che ha visto le parti condurre un estenuante braccio di ferro....