Stipendi, la strada per l’aumento di 100 euro è in salita

Fonte Orizzontescuola.it – 18 maggio 2021

Abstract articolo di Redazione

Le proposte presentate dai sindacati al Ministero dell’istruzione riguardanti le risorse aggiuntive del prossimo contratto trovano ostacoli.

Così come per il tema del reclutamento, anche la proposta dell’aumento stipendiale da inserire nel contratto risulta essere fortemente in dubbio dal punto di vista economico. Il motivo è lo stesso: la denatalità e il taglio di organici previsto nei prossimi anni.

Come abbiamo anticipato pochi giorni fa, l’ultima versione del testo del Patto che si sta scrivendo fra sindacati e Governo, prevede efficaci politiche salariali del personale, con il prossimo rinnovo del contratto, richiedendo lo stanziamento di risorse aggiuntive, in coerenza con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, sottoscritto in data 10 marzo 2021. (…)

In totale, all’istruzione dovrebbero andare 1,7-1,8 miliardi, che garantirebbero – al netto di eventuali risorse aggiuntive – circa 87 euro di incremento medio loro mensile, compreso l’elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente Ccnl 2016-2018 firmato Valeria Fedeli.

In quell’occasione per i docenti era arrivato un aumento retributivo medio di 96 euro lordi al mese (da 80,40 euro minimi a 110 massimi, in base ad anzianità e grado di scuola).

Bisogna precisare che gli investimenti previsti non guarda solo ai docenti ma si prevede un adeguato riconoscimento di tutte le professionalità operanti nella scuola, compresi i dirigenti scolastici. (…)

Sul piatto della bilancia, infatti, pesa in negativo il calo demografico che ormai viaggia spedito sui 100 mila alunni in meno all’anno, un calo che paradossalmente potrebbe ingenerare esuberi, soprattutto in alcune realtà.

Il ministero dell’economia i conti li ha già fatti e li ha messi nero su bianco nel documento di economia e finanza (Def) già approvato. Nel 2020 la scuola ha assorbito uscite pari al 3,9% del Pil: lo 0,3% in più rispetto all’anno precedente.

Il trend di spesa, si precisa nel documento di finanza, si manterrà a questo livello nei prossimi anni fino a scendere nuovamente al 3,6% nel 2025, al 3,4% nel 2030, fino ad assestarsi intorno 3,2-3,3% dal 2035 in poi.

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