Gli accademici in diritto pubblico si esprimono: solo il concorso garantisce equità e docenti preparati

Fonte: orizzontescuola.it 

Due accademici e giuristi alti esperti in diritto pubblico si esprimono sul reclutamento degli insegnanti e sui concorsi, a parlare al magazine on line “Acta Non Verba” sono Pietro Ichino , professore ordinario a Milano nonché giurista affermato, e Sabino Cassese, docente universitario e presidente dell’European Group of Public Administration dal 1987 al 1991.

Ichino spiega: “per quel che riguarda la scuola, effettivamente, mi sembra che l’esigenza di stabilizzazione dei precari prevalga su quella di privilegiare le persone più dotate e più preparate per l’insegnamento”, evidenziando inoltre che “nella scuola, col prevedere quasi 50.000 assunzioni stabili, che potranno avvenire privilegiando il possesso di “titoli di servizio”, di fatto si creano i presupposti perché a vincere sia chi è già entrato come precario, senza concorso”. 

Inoltre, continua Ichino, “si calcola che in questo modo addirittura un terzo del totale degli insegnanti della scuola primaria e media in Italia risulterà assunto in pianta stabile senza superamento di un vero concorso”.

E Cassese chiarisce “solo con i concorsi si può avere una amministrazione pubblica più efficace.

In altre parole, i concorsi, cioè la competizione, aperta a tutti, e la vittoria decisa sulla base del merito e in maniera imparziale, rispondono a due esigenze, una della società (dare eguali «chances» a tutti) e una dello Stato (scegliere i più capaci). Se si evitano i concorsi, si creano condizioni di favore o di privilegio e non ci si può poi lamentare della tanto vituperata burocrazia”.

la Lega spinge da tempo per una stabilizzazione per titoli e servizi degli insegnanti con almeno tre anni di servizio da supplente. Il fulcro di questa proposta si rintraccia nel DDL 1920 presentato dal senatore Pittoni.

Di contro il M5S non vuole assunzioni senza passare da un concorso regolare, ricordando come già sia stato espletato il concorso straordinario e che bisogna invece far partire il prima possibile i concorsi ordinari per l’infanzia, primaria e secondaria bloccati da un anno.

Ilaria Montenegri 

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