Green pass obbligatorio, ecco chi sono i falsi “no vax” della scuola. Le loro storie

Fonte: orizzontescuola.it – 25 agosto 2021

Abstract articolo di Anselmo Penna

“Nessun tampone gratuito per i “no vax”, ma questo termine, utilizzato in una comunicazione ufficiale del Ministro sull’interpretazione del protocollo di sicurezza stipulato con i sindacati, ha fatto infuriare molti. Perché? Perché spesso quel termine viene utilizzato per etichettare i cosiddetti “complottisti”, paragonati ai “terrapiattisti”, “miscredenti della scienza e degli scienziati”. Le cose, però, a volte non sono così semplici.

Partiamo dai numeri

Quanti docenti e personale non sono vaccinati? E su questo si attendono ancora i numeri veri, perché quelli “ufficiali” sono incompleti. E sui numeri non completi, ma “ufficiali” è partita la campagna per l’obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola. Sul motivo perché non ci sono ancora dati completi lo abbiamo detto più volte, il tracciamento della vaccinazione del personale scolastico è venuto a mancare non appena si è passati ad una vaccinazione per fasce di età.

Alcuni dati, che dovevano essere forniti al Generale Figliuolo entro il 20 di agosto sono trapelati alla stampa. Così, ad esempio, la Sicilia che veniva indicata come pecora nera dei vaccinati ha comunicato percentuali vicine al 90%.

La Puglia comunica con orgoglio il suo 95%, la Liguria, altra regione criticata per la bassa percentuale, ha comunicato anch’essa un 90% di vaccinati.

Siamo in attesa dei dati completi, che si spera saranno comunicati presto, nella certezza che la percentuale finale non potrà mai essere completa e veritiera. Insomma, con molta probabilità la percentuale del personale scolastico completamente coperto dalla vaccinazione supererà il 90%.

Il Green pass

Ricordiamo, inoltre, che il Governo ha emanato un decreto con il quale si impone ai docenti e al resto del personale il Green pass per poter accedere agli istituti dal 1° settembre. Il personale, quindi, potrà avere la certificazione verde attraverso la vaccinazione, immunizzazione naturale o un tampone ogni 48 ore. Sulla questione tampone, il Ministro ha voluto chiarire che non ci saranno agevolazioni per i “no vax”, dovranno pagarsi di tasca propria l’aggiornamento del Green pass. Concetto ribadito nella giornata di ieri durante un incontro con i sindacati.

Si fa presto a dire “no vax”

Dai dati diffusi dalle Regioni la percentuale di personale non vaccinato va dal 10% in giù, considerando le stime comunque incomplete. Tra questi sono molti i lavoratori della scuola che hanno espresso preoccupazione per la necessità del biglietto verde per poter lavorare. Le storie sono spesso al limite, non normate, situate in una zona grigia che sospende le vite dei protagonisti. (…)

Tanti casi ci raccontano di malattia contratta all’estero e di hub vaccinali, ASL che non sanno come caricare i dati sulla piattaforma per il Green pass. Altri che hanno difficoltà a farsi validare gli esami sierologici.

A ciò aggiungiamo le storie di quanti, dopo la prima dose, hanno avuto reazioni allergiche o avverse anche importanti. Come per Alessia Darrigo, che ci ha messo la faccia in un video e che dopo il vaccino AstraZeneca è stata colpita da gravi effetti collaterali riconosciuti dai medici al punto da esonerarla dalla seconda dose. Ma adesso per tornare a scuola dovrà fare la seconda dose, con un vaccino diverso. Non la si potrà biasimare se si dice fortemente preoccupata.

“Migliorare la norma”

A dirlo ieri il Sottosegretario Floridia che in un video riconosce i casi limite per i quali bisogna intervenire. Un intervento che necessità di una certa celerità, dal momento che tra qualche giorno docenti, ATA, dirigenti dovranno varcare la soglie dei propri istituti.

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