Certificato a scuola, l’ok del Garante. Il ministero: “Aumentare i controlli”

Il Garante della Privacy ha dato il via libera all’utilizzo della super app per verificare il green pass del personale della scuola. Ma, in attesa che l’applicazione sia disponibile per l’inizio delle lezioni del 13 settembre, gli istituti da oggi dovranno fare da sè.

È vero che il «traffico» nei corridoi non è ancora a regime pieno, ma già da questa mattina le aule ospiteranno i ragazzi con gli esami di riparazione, le riunioni del corpo docenti, il personale Ata. E di fatto comincia una fase di «rodaggio» del nuovo anno scolastico scandita da controlli «manuali» del green pass in segreteria. Il ministero dell’Istruzione impone ancora l’utilizzo della mascherina e dà l’ok a procedure semplificate a partire da oggi, primo giorno in cui è obbligatorio presentare il green pass per entrare a scuola.

Gli istituti, spiega la circolare del Miur:

«quando è opportuno e possibile potranno individuare ingressi diversi, per evitare assembramenti del personale»

e utilizzare il metodo della doppia campanella con diversi orari di ingresso.

Da oggi, è lapidario il ministero dell’Istruzione, il personale senza green pass «non può prendere servizio».

Di contro, chi è esente dal vaccino, non è tenuto a presentare un tampone ogni 48 ore ma può accedere alla scuola «senza altri adempimenti». E quello degli esenti rappresenta una delle zone d’ombra dei controlli.

«Stiamo prevedendo azioni di screening periodici nei loro confronti e predisponendo convenzioni con le Asl, che prevederanno poi nel dettaglio le modalità di utilizzo di questo strumento»

annuncia Jacopo Greco, capo dipartimento al Ministero dell’Istruzione.

«È auspicabile che vengano messi in conto controlli supplementari sugli esenti da green pass, che non necessariamente sono lavoratori fragili e potrebbero essere esenti per una grave e rarissima reazione alla prima somministrazione del vaccino»

spiega Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, che aggiunge:

«Io mi aspetto che le esenzioni siano veramente poche: una persona esente è esposta al rischio di infezione e di infettare».

E si sa che a scuola, uno solo infetto può mettere a rischio di quarantena fiduciaria un centinaio di famiglie.

Il piano del governo per la scuola non convince fino in fondo che a scuola ci vive.

«Alla vigilia dell’apertura ufficiale dell’anno scolastico, non sapendo ancora dare indicazioni gestionali sull’utilizzo del green passa a scuola, il ministero si limita a dare informazioni e suggerimenti – critica il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – Il problema è spostato in capo alle scuole che stanno facendo a gara per trovare procedure che limitino le responsabilità e diano una parvenza di gestione organica. La circolare è una sorta di autocertificazione di impotenza, un coacervo di contraddizioni normative. Ora bisogna uscire dal pantano in cui è stata messa la scuola. Il meccanismo standard del green pass non è adatto alla scuola, non ci sono avventori, non è una pizzeria, né un teatro, né una rete di trasporti».

Nel mondo della scuola c’è chi resta convinto che forse sarebbe stato meglio utilizzare il sistema, seppur imperfetto, dei tamponi e dei test salivari a basso costo. Almeno per cominciare l’anno scolastico in attesa della super app e di avere dati più rassicuranti sulla vaccinazione del corpo docenti.

Anche perché per molti istituti non sarà semplice rispettare le misure anti Covid: dal rapporto dell’associazione Anief emerge infatti che l’80% delle classi opera in un contesto fisico non rispettoso della normativa vigente, con problemi di sovraffollamento e banchi troppo vicini.

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