Non trova un insegnante per la sua scuola: preside si rivolge a Facebook

Paolo Fasce, dirigente scolastico dell’istituto nautico San Giorgio di Genova e Camogli, è stato al centro dei notiziari per il gesto estremo che si è trovato costretto a compiere. Non riuscendo a trovare docenti di Informatica ed Elettrotecnica per le nove classi del proprio istituto, si è rivolto al “mercato” di Facebook pubblicando un vero e proprio annuncio di ricerca risorse di lavoro.

L’annuncio così riportava:

“La presente va vista – esordisce sulla propria pagina Facebook – quale ‘gesto di disperazione’, in quanto sono alla disperata ricerca di un(‘)insegnante di elettrotecnica per 18 o per 12 ore o, eventualmente, per 9 ore e di altro o altra docente di informatica per 9 ore.”

“Faccio notare – prosegue Fasce – che Informatica è insegnata solo nelle classi prime. Elettrotecnica è invece nell’indirizzo di logistica e di coperta. Per convincere i possibili aspiranti il preside punta sulle bellezze paesistiche del luogo. In entrambi i casi – precisa – il posto di lavoro si trova a Camogli, ridente cittadina del Golfo Paradiso, e se si chiama così un motivo ci sarà, nel levante genovese. La scuola si trova a tre minuti a piedi dalla stazione ferroviaria.”

Perchè il dirigente non riusciva a trovare docenti?

Dopo un’attenta analisi di tutte le graduatorie di istituto di Genova e di quelle provinciali, oltre che analizare le Mad, ha persino contattato le università di Ingegneria elettrica/elettronica/elettrotecnica e di fisica e cercato tra ex docenti.

Nessuno accettava però la proposta di cattedra delle materie di riferimento o era disposto ad abbassare la propria pensione con incarichi a basso stipendio.

Settimanalmente sono previste sei ore di elettrotecnica e tre di informatica. Sono operativi sei moduli su sette: tutti i giorni i ragazzi escono un’ora prima. Quindi, nell’arco della settimana, ne fanno cinque in meno.

L’iniziativa estrema del preside ha senza dubbio contribuito a evidenziare la problematica. Una cosa è certa: non ci si può permettere di compromettere la regolare formazione degli studenti.

Speriamo allora che si trovi al più presto trovare una soluzione, per risolvere quella che rischia di diventare un’emergenza in varie parti del paese..

Dott.ssa Chiara Pasqui

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