SE LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE FA PAURA

La scommessa è aperta: quali delle due frasi appare più realistica?

Frase 1: «Il 10 gennaio scuola in presenza».

Frase 2: «La gente ha paura per il veglione, io ho paura per la scuola».

Fate ora la vostra scelta. Staremo a vedere, terminate le festività, quali parole risulteranno più corrispondenti alla situazione del paese.

Dal momento che il lettore ha fatto la propria scelta, vi diciamo il nostro pensiero. L’asserzione relativa alla riapertura delle scuole in presenza, per la cronaca pronunciata dal ministro dell’istruzione Bianchi, ci appare dettata da un ottimismo ingiustificato.

E’ sotto gli occhi di tutti come la pandemia sia purtroppo tornata a correre, con numeri dei contagi che fanno paura. Saremmo felici di essere sconfessati, ma ci sono tutti i presupposti perché vinca la scommessa chi ha puntato sulla seconda ipotesi. Le parole, che riteniamo invece molto più sensate, sono state pronunciate dalla dirigente dell’istituto Ninì Cassarà di Palermo Daniela Crimi.

Vogliamo dirlo: quello che emerge dalle prese di posizione che si accavallano in questi giorni sulla scuola, è che tra i dirigenti scolastici e insegnanti c’è molta più saggezza e polso della situazione di chi ci governa.

Lo dimostra la dichiarazione del presidente dell’Anp, Antonello Giannelli: «I numeri dei contagiati di quest’ultime ore ci dicono che la fascia dei più piccoli è ancora quella più colpita, probabilmente perché tra loro i vaccinati sono ancora troppo pochi».

Il motivo per il quale il ministro ostenta sicurezza circa il ritorno in classe, ancora una volta, è finalizzato a scongiurare l’ipotesi del ricorso alla didattica a distanza. Ci appare incredibile che, di fronte a una situazione così difficile, ci si ostini a vedere con il fumo negli occhi la possibilità di prolungare anche solo di una settimana la sospensione delle lezioni.

Come se ricorrere a questa scelta garantendo la continuità didattica attraverso la dad fosse per il Governo una sconfitta. Un provvedimento del genere sarebbe solo dettato dal buonsenso, contribuendo a contenere i contagi ed evitare rischi ancora più seri per i mesi successivi.

Che non si tratti di una prospettiva priva di fondamento lo dimostra la posizione del sindacato Anief. La proposta avanzata ieri prevede il ritorno in dad a gennaio e di valutare l’ipotesi di continuare l’anno scolastico con metà allievi in presenza e metà a casa in dad.

Un fatto è sicuro: qualunque sia la strada che verrà scelta, sarà anche nel 2022 all’insegna dell’emergenza.

Direttore Dott. Alberto Barelli

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