SCUOLA: E’ ALLARME PRECARIATO

Un insegnante su quattro è precario.

E’ in sintesi il dato che si ricava dai numeri ufficiali del personale della scuola, ufficializzati dal Ministero nei giorni scorsi.

Numeri che spaventano e che parlano di una situazione non più sostenibile.

Il problema viene denunciato nel corso delle mobilitazioni promossi in tette le regioni nell’ambito dello sciopero generale promosso dai sindacati anche sul tema del precariato.

Un fatto è certo: la questione sarà uno dei banchi di prova per il nuovo Governo, che ha annunciato una riforma del sistema del reclutamento dei degli insegnanti.

“E’ mia volontà – ha spiegato il ministro Giuseppe Valditara – fare del reclutamento il motore per la valorizzazione disciplinare, professionale e culturale.”

L’obiettivo che mi prefiggo – conclude – è preciso: realizzare un quadro transitorio e a regime in grado di garantire la qualità del profilo docente.

Attrarre quanti vogliono affacciarsi alla professione docente al termine del percorso di studi garantendo quel necessario rinnovamento generazionale senza il quale non può esistere prospettiva di sviluppo per la scuola italiana”.

Uno dei risvolti è che per lo Stato la faccenda rischia di costare cara.

Vanno infatti messi in conto i soldi che finiscono ogni anno in risarcimento, per gli insegnanti che avendo superato i tre anni di precariato si vedono accolte le istanze di risarcimento.

Su quasi due milioni di iscritti nelle graduatorie ben mezzo milione hanno già svolto la professione appunto per tre anni, che rappresenta il tempo previsto dalla normativa europea per la stabilizzazione della situazione lavorativa.

Se per ipotesi tutti gli interessati si rivolgessero al Tribunale del lavoro, lo Stato si ritroverebbe a sborsare sui quindici miliardi di euro.

Anche per questo il Ministero è al lavoro per mettere a punto proposte, tenendo conto che i risultati prospettati dal Governo Draghi anche attraverso l’indizione dei concorsi non ci sono stati.

Alberto Barelli

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