30 Cfu abilitazione università: i corsi iniziano a settembre per il reclutamento docenti

Via ai corsi per ottenere i 30 Cfu indispensabili per poter partecipare al nuovo sistema di reclutamento e alle nuove procedure concorsuali in via di definizione. I corsi prenderanno il via dopo l’estate, con ogni probabilità tra il prossimo settembre e ottobre e consentiranno il conseguimento dei 30 CFU previsti dalla riforma.

La fase transitoria

Ka necessitò di ottenere i 30 CFU è previsto dalla legge 79/2022 che definisce il nuovo sistema di reclutamento. Affinchè il nuovo sistema entri definitivamente a regime, sarà necessario il superamento della fase transitoria che terminerà nel 2025. La fase transitoria durerà infatti fino al 31 dicembre 2024, così articolata:

L’attivazione dei percorsi formativi da 30 CFU consentiranno di accedere ai concorsi fino al 31 dicembre 2024. L’alternativa è il possesso dei 24 CFU ma in questo senso va rispettato il vincolo della data di ottenimento, che scade il 31 ottobre 2022.

La formazione iniziale

Il ministero è intenzionato ad avviare una nuova stagione di procedure concorsuali. I vincitori del concorso avranno diritto a sottoscrivere un contratto annuale (31 agosto). Contestualmente, dovranno accedere al completamento del percorso universitario e accademico di formazione iniziale per 30 CFU. Chi lo supererà con successo potrà accedere all’assunzione a tempo indeterminato.

Il vincitore del concorso, quando avrà firmato il primo contratto a tempo indeterminato, sarà chiamato a sostenere un periodo di prova con test finale, come da DM 226/2022. Solo dopo il buon esito dello stesso avrà diritto alla definitiva conferma in ruolo.

Le diverse finalità

I corsi da 30 CFU avranno diverse funzioni. Una di queste sarà riservata ai docenti già abilitati in altra classe di concorso o altro grado e per i docenti specializzati e assunti su sostegno, ma privi dell’abilitazione sulla disciplina.

I sindacati sono scettici circa la reale efficacia di questa nuova stagione di concorsi per quel che concerne l’impatto sulla riduzione del precariato. In ogni caso, almeno nella parte iniziale della riforma del reclutamento, il ministero è convinto che si tratti di una strategia indispensabile per ridurre il ricorso all’eccesso di supplenti per coprire le cattedre vacanti.

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