Quali sono i rischi di contagio da Coronavirus a scuola?

Fonte: Corriere della Sera – 5 gennaio 2021

Dopo giorni di incertezza, passi avanti e molti dietro front a breve la scuola dovrebbe ricominciare, superiori comprese (seppur con il limite di presenza in classe del 50%), sempre che la curva dei contagi non si impenni o le ordinanze delle Regioni non rinviino il rientro in classe. Sappiamo che gli ambienti chiusi come gli istituti scolastici rappresentano una grande criticità, soprattutto se le aule hanno un volume ridotto, con ventilazione (aria proveniente dall’esterno) contenuta e tempi di permanenza elevati: trascorrendo più tempo al chiuso la concentrazione di particelle potenzialmente infette aumenta, senza un’adeguata ventilazione. La trasmissione di Sars-CoV-2 non avviene solo con colpi di tosse e starnuti, da cui ci si difende con il distanziamento di almeno un metro. Molti studi provano che l’infezione è possibile anche attraverso l’aerosol, le goccioline infette che permangono nell’aria, mantenendo una carica di infettività, per un tempo sufficientemente lungo da poter essere inalate da soggetti suscettibili (Scientific evidence supports aerosol transmission of SARS-COV-2 | Antimicrobial Resistance & Infection Control | Full Text (biomedcentral.com). Ma che cosa succederà in un’aula scolastica? Quali sono i rischi reali di contagio? Sappiamo bene che la classe è solo una delle occasioni di rischio legate alla scuola a cui vanno aggiunti ingresso e uscita dagli istituti, l’intervallo, i mezzi di trasporto. Ci focalizziamo ora sul rientro in classe e su come provare ad abbattere i rischi per garantire la frequenza in presenza, elemento così importante per la vita dei ragazzi (e che altrove è già garantita). E’ impossibile prevedere con certezza se una persona infetta trasmetterà o no il virus a qualcun altro, ma è possibile stimare il rischio perché ciò accada. Supponiamo che in una classe di 50 metri quadrati 25 alunni trascorrano 5 ore.

Abstract articolo di Redazione

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