Scuola, l’allarme di Sant’Egidio: un ragazzo su 4 a rischio dispersione

Fonte: Corriere della Sera – 22 gennaio 2021

Allarme del presidente della comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo per il pericolo di abbandono scolastico, per il quale l’emergenza sanitaria colpisce soprattutto i più deboli e il Sud. Il Covid sta aumentando le disuguaglianze nel mondo della scuola dove diventa preoccupante il tasso di dispersione, cioè di abbandono, ma anche deficit formativi negli alunni che continuano a frequentare dato che nei fatti le ore di lezione, tra chiusure delle scuole e quarantene, diminuiscono sempre di più. Per contrastare il fenomeno la Comunità di Sant’Egidio lancia anche proposte precise: dieci punti per «evitare che i bambini siano cittadini dimenticati», dice il presidente della Comunità Marco Impagliazzo. Interventi che si fondano su un presupposto imprescindibile: il recupero delle ore perse, d’estate o secondo le forme che le scuole potranno organizzare, ma necessario per colmare un divario, anche rispetto agli altri paesi europei, che riguarda a questo punto anche la qualità della formazione. Il quadro che emerge dalla ricerca condotta nel quadro del progetto «Valori in circolo» selezionato da Con i Bambini è preoccupante. L’indagine è stata condotta nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa e ha riguardato 23 città in 12 regioni – dati forniti dalle 79 Scuole della Pace gestite dalla Comunità su un campione di 2.800 minori delle elementari e delle medie, che è appunto la fascia d’età che frequenta i centri pomeridiani. I dati dicono che un minore su 4 è a rischio di dispersione per il numero eccessivo di assenze ingiustificate (più di 3 al mese nel 19,5% dei casi) o perché non ha ripreso a frequentare la scuola dall’inizio dell’anno scolastico (4%). In caso di interruzione della didattica, poi, un bambino su 2 avrebbe difficoltà a seguire la Dad. Non meno grave, poi, il fatto che anche tra i minori che frequentano regolarmente la scuola, le ore effettive si sono molto ridotte: una scuola su 9 (60 su 533) tra settembre e dicembre ha offerto un orario tagliato, non solo per le chiusure e le quarantene imposte dal Covid ma anche per l’organizzazione interna, perché magari non c’erano abbastanza insegnanti. (…) Queste le proposte: recupero effettivo delle ore perse, d’estate o come preferiscono le scuole; prolungamento della scuola almeno fino a fine giugno, se non fino a metà luglio; anticipazione dell’inizio dell’anno scolastico al 1° settembre, sempre nell’ottica di recuperare le ore perse; stabilizzazione dell’iscrizione online sul sito del ministero oltre la scadenza del 25 gennaio per evitare che le scuole rifiutino i ritardatari; recuperi estivi, per tutte le carenze rilevate, e aiuti alle famiglie in difficoltà; azioni più incisive contro l’abbandono scolastico; istituzione, degli «school facilitator», facilitatori con un ufficio in ogni scuola per aiutare i bambini e le famiglie a non perdersi; più risorse per la scuola dell’infanzia; obbligatorietà della scuola materna, quindi per i bambini tra i 3 e i 5 anni, per prevenire e recuperare fin da subito; infine una campagna di educazione sanitaria direttamente nelle scuole.

Abstract articolo di Erica Dellapasqua

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