INSEGNANTI DI SOSTEGNO: E’ EMERGENZA

E’ sempre più emergenza per la carenza di insegnanti di sostegno.

Al numero dei posti già scoperti si aggiungono ora quelli lasciati vuoti dai vincitori del concorso, che entro Natale dovranno raggiungere le nuove sedi assegnate.

Alla luce di questa nuova tegola che si abbatte su una situazione già difficile i familiari dei ragazzi affetti da disabilità lanciano l’allarme, chiedendo al Governo un provvedimento tempestivo.

Per avere un’idea della situazione, basti pensare che sono ben ottantamila i ragazzi interessati dal trasferimento degli insegnanti vincitori del concorso.

Tra i millequattrocento neo docenti molti sono appunto insegnanti di sostegno e l’obbligo di trasferimento imminente presso la sede assegnata è destinato a creare seri disagi.

Se è già difficile per i dirigenti scolastici riuscire a coprire le cattedre di insegnamento, risolvere il problema del sostegno rischia di diventare un’impresa impossibile.

Il problema sul fronte del supporto ai ragazzi con problemi di apprendimento non è solo quantitativo ma anche relativo alla qualità del servizio.

Spesso i ragazzi non possono contare su un supporto adeguato anche per il continuo cambio degli insegnanti.

In molti casi le scuole sono costrette a sopperire alla carenza di insegnanti preparati impiegando personale poco qualificato, rendendo impossibile ottenere risultati.

Un altro modo con il quale le famiglie hanno cercato di fare fronte all’assenza di insegnanti è stato quello di destinare all’orario scolastico gli educatori assegnati per il supporto pomeridiano a casa.

Un sacrificio che perlomeno permette di assicurare un aiuto per un maggiore apprendimento durante le lezioni.

Si tratta comunque di una soluzione transitoria, che per i disagi arrecati ai genitori non può certo diventare la normalità.

I familiari dei ragazzi che necessitato del sostegno lanciano una proposta: rinviare il trasferimento degli insegnanti di sostegno a settembre, per assicurare la continuità del servizio e dare alle scuole il tempo per sostituire i docenti.

La parola ora al Governo.

Alberto Barelli

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