Scuola, la protesta contro il concorso ad ogni costo che mette a rischio i precari

Fonte: Il Manifesto – 7 ottobre 2020

Nonostante l’emergenza covid cresca, il governo insiste con l’avvio del concorso per chi insegna già da più di tre anni in programma dal 22 ottobre al 9 novembre. Contro tale ipotesi i precari e le forze sindacali scendono in piazza il 14 ottobre, sotto lo slogan “Sospendetelo e stabilizzate chi ha diritto”.

E mentre nel Dl di agosto è soppressa la licenziabilità dei “precari Covid” in quarantena, si apre il caso dei dirigenti precari nei servizi amministrativi, sul quale la Flc Cgil presenterà ricorso alla Corte europea.

L’impennata dei contagi e la conferma dello stato di emergenza non sono stati sufficienti a far retrocedere il governo dall’idea di confermare il concorso straordinario per 32 mila posti da assegnare ai docenti precari in cattedra da più di tre anni.

Per le prove si presenteranno 65 mila candidati in tutta Italia, tanti dei quali si troveranno a lasciare sguarnite le cattedre. La situazione peggiore è quella dei precari in quarantena, per i i quali la partecipazione alla selezione è preclusa. Per tutti è alto il rischio di contagio.

A nulla è servita l’esortazione a rinviare la prova dei sindacati, che hanno avanzato la proposta inviando una lettera lo scorso 30 settembre. La richiesta resta quella di stabilizzare i docenti precari in cattedra da più di tre anni.

La protesta dei precari sta salendo e anche ieri si sono tenute iniziative davanti alle prefetture.

L’aspetto che viene evidenziato è che con il concorso non verranno coperte le cattedre se non a partire dal prossimo anno. Duro il comitato dei genitori e degli insegnanti “Priorità alla scuola”: «Questa situazione è il risultato delle storture accumulate negli anni. Si sospenda la prova, si indica un concorso per titoli e servizi per chi ha almeno tre anni di servizio e si riformi il sistema della formazione e della specializzazione».

Intanto il governo ha creato il caos anche con il decreto di agosto ora passato alla Camera. È stata cancellata la norma che consentiva il licenziamento dei 70 mila «precari Covid» ma si è aperto il fronte dei direttori dei servizi amministrativi scolastici. Per la Flc Cgil sono state violate le intese sottoscritte con i sindacati azzerando la propria credibilità.

Roberto Ciccarelli

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