Fonte: Corriere della Sera – 13 ottobre 2020
Il dpcm esclude la chiusura delle superiori. Le Regioni insistono: «Solo didattica a distanza, troppi rischi per i trasporti». Azzolina: non se ne parla
La didattica a distanza è una realtà in tantissime scuole superiori, se non tutte, essendo ormai le lezioni online parte integrante dell’insegnamento. Senza ricorrere alla didattica a distanza, infatti, non sarebbe stato possibile rispettare le norme del distanziamento, assicurato prevedendo la presenza in classe soltanto della metà degli studenti, mentre l’altra metà segue le lezioni da casa.
L’altra soluzione adottata è di presenziare in classe a settimane alternate. Dall’inizio dell’anno scolastico la ministra Lucia Azzolina ha puntato alla didattica in presenza, che considera come insostituibile. L’aumento dei contagi sta mettendo il governo di fronte a una situazione che porta a fare i conti con la necessità di prendere provvedimenti. Questo vale soprattutto per gli studenti più grandi, che hanno la tendenza naturale ad aggregarsi. La possibilità che per loro venga deciso un lockdown è sempre più elevata e si prospetta la possibilità di ricorrere esclusivamente alla didattica digitale. L’ipotesi è avanzata dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che al termine di un confronto con gli altri presidenti delle Regioni per discutere del nuovo Dpcm messo a punto dal Governo per contrastare il contagio. In particolare, la proposta delle regioni è finalizzata ad alleggerire il sistema dei trasporti, individuato come una delle cause dell’aumento dei contagi.
Attualmente il governo ha preso atto della proposta e si è impegnato a valutare tutti gli aspetti.
La Ministra Azzolina continua a spingere per continuare con la didattica in presenza anche per gli studenti più grandi, sostenendo che i contagi avvengono fuori dalla scuola, nelle tante occasioni di incontro. La questione dell’affollamento che si registra nei pullman e contro la quale poco possono i provvedimenti presi per esempio differenziando gli ingressi di entrata e di uscita è difficilmente risolvibile. La speranza è che un miglioramento venga introdotto con la promozione dello smart working contenuto nel Dpcm. In ogni caso con la proposta di richiudere le scuole superiori si dovranno fare i conti e la partita tra regioni e governo sempre più aperta.
Redazione Scuola