Assegnare le cattedre, la nuova mission impossible

E’ vero, pensare di trasformare la patria della burocrazia e del groviglio di norme in un paese dove la semplificazione delle procedure è la normalità, sarebbe troppo. Ma che in piena emergenza sanitaria, e con tutti gli ostacoli con i quali deve fare i conti il mondo della scuola, i dirigenti scolastici debbano passare ore e ore per districarsi nella giungla di cavilli per assegnare le supplenze anche per poche settimane ha dell’assurdo. Eppure riuscire ad andare a buon fine con la copertura delle cattedre scoperte continua a divenire una vera e propria mission impossible. Morale della favola, trovare i supplenti o meglio, andare a segno con l’assegnazione senza rischiare l’annullamento, si sta trasformando in un incubo. Morale della favola, a un mese dall’inizio dell’anno scolastico migliaia di cattedre continuano a rimanere scoperte. Che le cose si sarebbero messe male, si sapeva fin dall’inizio, mancando all’appello un numero di insegnanti da urlo. Poi ci si sono messi gli errori nelle graduatorie, che hanno dato grattacapi a non finire. Ora ci si mettono le normative da rispettare per la gestione delle domande di messa a disposizione.

Il punto è stato fatto da Orizzontescuola.it, che ha raccolto una marea di segnalazioni di aspiranti insegnati disperati. Gli istituti devono procedere con l’individuazione dei candidati ricorrendo alla domanda di messa a disposizione. Problemi di aggiornamento delle graduatorie a parte, le domande presentate sono state quasi due milioni. Trovare la domanda di messa a disposizione di un aspirante non inserito in alcuna GPS, come si può immaginare, non è la cosa più semplice di questo mondo. E nel caso in cui in una scuola fosse stata assegnata una supplenza a un insegnante inserito nella graduatoria di un’altra provincia cosa accade? Buio completo, perché la circolare ministeriale non ne parla.

Molti docenti sono inseriti in graduatorie in una posizione per la quale sicuramente non riceveranno mai una supplenza nei prossimi due anni. Che speranze hanno? La testimonianza di una delle vittime della circolare ministeriale parla da sola: “Sono iscritta nelle GPS di Roma e, nonostante abbia accettato le mille convocazioni, non sono mai stata confermata dalle scuole. Finalmente con una MAD a Genova mi hanno convocata per un incarico annuale, ma, data la Circolare, non ho potuto prendere servizio. Avrei potuto lavorare un anno e la scuola avrebbe potuto colmare un vuoto. Domanda e offerta si sono perfettamente incontrate..e invece no!”

Altra voce disperata: “Chi si trovava in terza fascia poteva scegliere una provincia per le GPS e inviare entro il 3 settembre delle MAD, ma dal 5 settembre pare che le MAD siano incompatibili con le GPS. Allora perché non dirlo prima, magari per avere maggiori possibilità si puntava solo sulle MAD. Se uno accetta una MAD fuori provincia che succede? Lo deve fare presente o le scuole hanno cestinato le MAD?”. Questo è il clima. Se parlare di mission impossible poteva sembrare esagerato, a sentire la voce dei malcapitati vittime del sistema ministeriale c’è da ricredersi.

Alberto Barelli

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