TUTTI I NUOVI NO DEL DPCM

Le nuove misure introdotte per fermare la crescita dei contagi.

160 pagine di allegati al DPCM del 25 ottobre 2020, che ha fatto la sua Epifania ufficiale mentre gli italiani erano, già non più di sei per casa, intorno al tavolo del pranzo della domenica. Domenica 25 ottobre 2020: una data da ricordare perché con le misure assunte si rientra ufficialmente nello stato di lock down. Un confinamento – significa questo l’anglismo del nostro scontento – soft, negato, chiamato con sinonimi creativi, un lock down per esclusione, dato che della libertà personale gli italiani non sapranno che farsene.

Non potranno spostarsi per i fine settimana, andare a cena fuori o in palestra, al cinema, a teatro, a casa di amici.  Addio a foto di gruppo in un interno con le quali abbiamo rimosso negli ultimi mesi la catastrofe che stavano preparando ogni volta che passavamo una bella serata senza mascherine e distanziamento.

In realtà ci sono degli italiani, 2.635.110 per la precisione secondo i dati del MIUR, su cui la versione morbida del lock down si è già silenziosamente abbattuta con il DPCM di domenica.  Rappresentano la porzione di Paese che avrebbe maggiore bisogno di crescere con una sfera pubblica stimolante e di supporto, essendo la retrovia dell’attuale classe dirigente ma non hanno lobbies in Parlamento e sono stati sacrificati per nascondere i mancati investimenti sul trasporto pubblico delle Regioni. Parliamo degli studenti delle superiori, condannati a restare a casa 5 giorni su sei o se volete ad andare a scuola 1 giorno alla settimana, 4 giorni al mese, nonostante la scuola sia per il loro stile di vita e di relazione il posto più sicuro dove coesistere.

L’unica a non mollare è stata il Ministro Lucia Azzolina. Questa determinazione le va riconosciuta nel dietro front e nel silenzio degli altri esponenti, pronti ad immolare la scuola in presenza piuttosto che togliere agli adulti qualche diversivo. Ha salvato primaria e secondaria di primo grado ma incomprensibilmente con le superiori ha dovuto cedere. A memoria futura sarebbe bene annotare i nomi di chi sulla scuola ha tenuto la barra ferma, in nome del diritto all’istruzione, pari al diritto al lavoro, e chi invece a parlato di altro. In una ipotetica lista, la Azzolina andrebbe messa tra i buoni.

Tornando al DPCM e sapendo che con buona probabilità questo giro di vite non sarà l’ultimo, c’è da notare la voluminosità del documento composto diversi allegati. Il primo riguarda i protocolli siglati con tutte le confessioni religiose italiane, dalla Chiesa cattolica a quella dei santi degli ultimi giorni.

Oltre al 75% minimo di DAD che le Regioni potranno portare al 100 e siamo certi che lo faranno per disimpegnarsi nella gestione del trasporto scolastico, le novità di rilievo sono concentrate nella chiusura alle 18.00 di bar e ristoranti, l’ampliamento dello smart working nelle PA, già al 50% dei settori smartabili, la chiusura di palestre, centri sociali, cinema teatri, sport di contatto. Vietate le feste e fortemente controllato l’accesso alle attività legate ai riti religiosi. Parchi sì ma con la supervisione di un adulto anche per gli adolescenti ed i ragazzi fino a 17 anni. Musei e biblioteche contingentati.

In ultimo la prescrizione più importante: mascherina sempre e comunque.

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