SCUOLA IN PRESENZA DAL 7 GENNAIO, TRE SETTIMANE SU 4 PER LE SUPERIORI. Ma le foto di viale Ceccarini affollatissimo di persone stride con la narrazione dei pericolo della scuola in presenza.

Il 7 gennaio 2021 è ancora molto lontano sull’orizzonte ma questa volta il Ministro Azzolina non concederà altre dilazioni ai fautori della scuola a distanza. La prima trincea da presidiare è quella sanitaria:”Serve una corsia preferenziale per test rapidi e tamponi, se ci fosse il caso di un positivo in classe i dirigenti scolastici devono avere risposte quasi immediate rispetto alla possibilità dei test rapidi in classe. Quando si è fatto, si è scoperto che i protocolli funzionano e la maggior parte studenti in classe non si è contagiata” ha detto a tv e giornali, a pochi giorni dalla rilevazione di dossier monstre sui numeri dei contagi nelle scuole.  Seconda trincea: i banchi. Finalmente sono stati tutti consegnati per 2,4milioni di pezzi. Sulle molte ipotesi di fantasia che hanno riguardato fascia oraria e giornaliera della scuola, il ministro ha tagliato corto, invitando a non cambiare discorso: “A scuola la domenica? Non penso sia da perseguire, anche le famiglie non lo vogliono. Servono criteri per scaglionare gli ingressi. Ci sono dei territori già pronti a ripartire. Altre città, come quelle metropolitane, hanno bisogno di parlarsi e a questo servono i prefetti”. Ma il nervo scoperto sono i trasporti scolastici, a cui va imputata una fetta importante di responsabilità nella chiusura delle scuole ad un mese dal rientro in aula. Intanto molti studenti sono tornati sui banchi degli istituti scolastici dopo il passaggio di alcune regioni a zone con restrizioni inferiori. In quelle arancioni porte aperte fino alla terza media, mentre rimangono in didattica a distanza i ragazzi delle superiori. Proseguono i casi di chiusura o di classi in quarantena. Il nuovo Dpcm di dicembre stabilisce che dal 7 gennaio gli studenti delle scuole superiori torneranno in aula al 75%. In concreto: gli studenti staranno a casa una settimana su quattro. Con la fondina anche con determinazione intanto, nell’Italia distratta dai timidi tentativi di shopping natalizio e normalità, in molte regioni, Lombardia e Campania in testa, genitori e alunni protestano e continueranno a farlo “Fino a che non avremo una città in cui non si metta in lockdown l’essenziale”. In effetti stridono le immagini di viale Ceccarini prese d’assalto da una folla che neanche volendo potrebbe rispettare il distanziamento mentre a generazioni di studenti viene negato il diritto all’istruzione in presenza.

Redazione

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