Va in mille pezzi il diritto allo studio

Fonte: La Stampa – 5 gennaio 2021

Ci sono uno studente toscano, uno campano e uno veneto. Non si tratta della barzelletta sull’italiano furbo nel mondo, ma la cruda realtà di un sistema scolastico in cui ogni regione va per conto proprio, secondo una logica che più che alla Costituzione repubblicana rimanda alla  frammentazione politica da Italia rinascimentale. Nel Granducato di Toscana tutti gli alunni torneranno a scuola da giovedì prossimo, nel Regno di Napoli a metà gennaio, nella Repubblica veneta a febbraio. È evidente che le situazioni epidemologiche e strutturali siano diverse ma è altrettanto lampante che il diritto allo studio su cui si basa la nostra Repubblica, in quanto garanzia di pari opportunità, si trasforma in una variabile dipendente da un numero di fattori che nulla hanno a che fare con sogni e bisogni di coloro a cui l’istruzione è rivolta. Retorica? Non so. Ma di certo non lo è il nostro dettato costituzionale che, senza voler arrivare alle norme che riguardano in particolare la scuola, già all’articolo 3 recita: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli” che impediscono il pieno sviluppo della persona e la sua (futura) partecipazione all’organizzazione del Paese. Viene da domandarsi se in tanti mesi sia stato davvero fatto di tutto per rimuovere gli ostacoli che rendono ancora adesso incerto il ritorno in classe in modo uniforme e non discriminante. Parlo di strutture scolastiche, di trasporti, di aziende sanitarie locali adeguate. Invece i diversi “governatori” operano in materia di istruzione senza riuscire a trovare una linea comune tra di loro e con il Governo. La ministra Azzolina predica dall’inizio dell’anno di privilegiare le lezioni in presenza, De Luca in Campania chiude tutto già a metà ottobre, Emiliano tentenna e poi opta per il menu à la carte e Bonaccini, nonostante numeri ancora elevati, si dichiara pronto anche se preoccupato. È il quadro  poco rassicurante di un Paese diviso, in spregio al monito del Presidente Mattarella. Che i buoni propositi dell’anno vecchio svaniscono già alle prime luci di quello nuovo non è una novità. Ma forse abbiamo oggi l’occasione per rimediare a qualche errore del passato e dare un messaggio di serenità e speranza agli alunni di ogni Regione: la scuola è davvero importante, al di là del balletto di date alla vigilia del rientro dalle vacanze, e faremo di tutto per riportarvici, faremo ancora di più.

Abstract articolo di Viola Ardone

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