I sindacati: “Si può tornare tutti in classe”

Fonte la Repubblica – 16 febbraio 2021

I sindacati aprono alla proposta del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di tornare a fare lezioni in presenza. A favore del rientro in classe è la Flc Cgil, come spiega il segretario Francesco Sinopoli: “In aula al 100 per cento sì, ma facciamo i conti con le varianti del Covid. Per un ritorno in classe in sicurezza vanno messe in campo misure da gestire a livello nazionale. Serve un governo nazionale dell’Istruzione. Quanto è accaduto in questi mesi è grave. Servono azioni: chiarezza sui dati del contagio negli edifici scolastici; aggiornamento dei protocolli di sicurezza che contempli anche un programma di screening periodico della popolazione scolastica e rafforzamento della campagna vaccinale, dato che l’età media dei docenti è sopra i 55 anni”. Sinopoli avanza la questione precari, da costruire subito: “Il prossimo anno scolastico deve essere stabile grazie alla stabilizzazione dei supplenti, da pianificare adesso. Guardando alla scuola in prospettiva c’è la necessità di un organico aggiuntivo Covid; di una riduzione degli alunni per classe; di un tempo-scuola più ampio; di trasporti”. Oggi la Cgil promuoverà un presidio davanti al ministero, già programmato con Azzolina alla guida. Anche Pino Turi, segretario Cisl scuola, mostra disponibilità verso il nuovo esecutivo: “Sono convinto che l’obiettivo sia tutti in classe, ma bisogna capire come. Le scuole vanno rese sicure con presidi sanitari, tamponi rapidi, tracciamento vero e vaccinazioni. Mi auguro che il ministro Bianchi ci convochi presto e collaboreremo a far tornare la scuola in sicurezza. Partiamo dal vaccino al personale scolastico e ai ragazzi. Poi il tracciamento”. Poi ci sono i consigli – appunti, li chiama – dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti. Questi: “Garantire la sicurezza nelle scuole richiede una serie di interventi immediati: sanificazione forzata dell’aria nelle aule attraverso opportuni sanificatori di ultima generazione, utili sia contro i virus sia contro l’inquinamento atmosferico; riduzione del numero di studenti nelle classi; aumento degli organici, a partire dall’immediato pagamento dei contingenti Covid, che attendono da mesi; revisione della responsabilità penale dei dirigenti scolastici”. E poi: “Se la didattica digitale integrata deve diventare parte del curriculum scolastico ordinario, allora serve lavorare a una piattaforma pubblica e a nuove regole operative”. Serve, infine, “un piano coraggioso di reclutamento che riduca drasticamente il precariato, a partire dai settori più sensibili, come il sostegno, dove sono tante le cattedre in deroga mentre migliaia di specializzati restano precari. Il professor Bianchi aveva giustamente chiesto 120 mila assunzioni nel rapporto che la sua task force aveva predisposto per il ministero nel 2020, per arrivare a questi numeri non si possono aspettare i concorsi attuali, serve attingere dal precariato”. Cautela viene dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: “Bisogna valutare la fattibilità tecnica di questa ipotesi. La presenza è possibile nel rispetto delle regole di distanziamento e in Italia abbiamo sempre il problema della inadeguatezza degli edifici e degli spazi”. Sulla maturità Giannelli ha affermato: “Serve una linea di rigore rispetto alla valutazione delle competenze. Non possiamo permetterci di trattare gli studenti senza tener conto del loro impegno, che deve essere premiato adeguatamente”. I presidi chiedono quindi una maturità più robusta rispetto ai soli orali prospettati da Lucia Azzolina, ministra nel precedente governo.

Abstract articolo di Corrado Zunino

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