Fonte: orizzontescuola – 16 marzo 2021
È trascorso un anno da quando è stata introdotta la didattica a distanza. Da allora la didattica in presenza, è stata sostituita anche se con aperture e chiusure a singhiozzo delle scuole, dalla DAD / DID. E se l’emergenza ha fatto sì che la didattica in presenza sia stata sostituita dalla DAD/DID, ciò che è rimasto uguale è il ruolo dei docenti in riferimento al processo di insegnamento/apprendimento verso l’acquisizione delle competenze da parte dei propri allievi. Alla stessa stregua anche la cattiva consuetudine di utilizzare i docenti di sostegno per sostituire i colleghi assenti. La nota operativa del Ministero dell’Istruzione del 5 novembre 2020, ha dato riconosciuto la possibilità per gli alunni con disabilità di frequentare in presenza anche se era stata già prevista la didattica digitale per le scuole a partire dalla seconda media fino all’ultimo anno delle scuole superiori. Ovviamente per tutti gli alunni, alunne, studenti e studentesse con disabilità che sono in presenza o in DAD, continua a vigere il loro diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica per cui, quanto comunicato dalla docente, dimostra che in alcune scuole si continua a perseguire nell’illecito utilizzo dei docenti di sostegno per supplire i colleghi assenti, andando così a minare la funzione del docente di sostegno e a ledere i diritti degli allievi con disabilità. (…) Affinché il docente di sostegno possa supplire dovranno verificarsi i seguenti casi:
L’alunno con handicap deve essere assente
Eccezionalità del caso non altrimenti risolvibili: tale condizione si verificherà dopo che le soluzioni indicate (sostituzione con personale in esubero, con ore a disposizione, con attribuzione di ore eccedenti nel limite delle risorse assegnate) non risultino praticabili o sufficienti, solo in questi casi e nell’impossibilità di convocare supplenti, si potrà ricorrere all’insegnante di sostegno.
Il docente di sostegno in DAD
Il docente di sostegno ha il dovere di seguire e supportare il suo alunno anche in DAD, con tutte le difficoltà connesse alla didattica digitale e seppure lo si fa dietro un monitor, ciò non significa che venga messa in discussione la sua funzione di supporto all’alunno e alla classe.
La verità è che spesso si ha la sensazione di essere fermi agli inizi del ‘900, quando cioè l’approccio verso il disabile era solo di carattere assistenziale e medico, tralasciando quello sociale. Succede così, “perché se commettere errori è umano, ma perseverare (nell’errore) è diabolico”, nasce spontanea la domanda del perché ci ritroviamo a dover raccogliere la testimonianza della docente di sostegno (una delle tante), quando la normativa di riferimento è di una trasparenza cristallina
Abstract articolo di Linda Tramontano