Le scuole senza registro elettronico

Fonte:  la Repubblica – 8 aprile 2021

Primo giorno di rientro a scuola con i servizi del registro elettronico in tilt, così come gli altri servizi di segreteria forniti dall’azienda Axios Italia, che copre il 40% degli istituti italiani. Un problema non da poco in tempi di didattica mista per le superiori e, nelle aree con le misure più stringenti, anche per seconde e terze medie. Già il 3 aprile c’era stato il riferimento a un “improvviso malfunzionamento tecnico” e le verifiche effettuate nel weekend pasquale hanno confermato che “il disservizio creatosi è inequivocabilmente conseguenza di un attacco ransomware portato alla nostra infrastruttura”. Ma, a quanto pare, dagli accertamenti effettuati “non ci risultano perdite e/o esfiltrazioni di dati”. Le verifiche dovranno essere approfondite perché le prescrizioni legate al Regolamento generale europeo per la protezione dei dati personali sono molto stringenti e non è escluso che anche il coinvolgimento del Garante della privacy. La situazione potrebbe dunque risolversi per domani, anche se appare una prospettiva piuttosto ottimistica. Forse nelle prossime 24 ore si riusciranno a sistemare solo i registri. Alcuni istituti scolastici hanno infatti informato studenti e famiglie, tramite i loro canali ufficiali, che l’operazione potrebbe richiedere alcuni giorni di attesa. I professori dovranno dunque utilizzare un registro di emergenza cartaceo, e Axios ha indicato questo tutorial ufficiale per capire come aprirlo e chiuderlo e soprattutto come colmare in un secondo momento il periodo non registrato tramite protocollo digitale, oltre ad aver predisposto dei documenti fac simile per autorizzare formalmente la procedura. Successivamente le informazioni registrate “all’antica” andranno appunto caricate sul sistema, una volta ripristinate tutte le funzionalità. (…) Ovviamente il software gestito da Axios non è l’unico sul mercato: chi ne utilizza altri su licenza o open source, da Argo a Spaggiari, non deve al momento preoccuparsi. L’amministratore unico Stefano Rocchi ha spiegato a Giornalettismo che l’attacco è stato portato a termine lo scorso venerdì, ad opera di un ransomware in circolazione da poco e dunque ancora sconosciuto ai sistemi di sicurezza dell’azienda. “Non c’è stata alcuna perdita dei dati, né qualcosa è uscito fuori dai nostri archivi. Purtroppo è andata giù l’infrastruttura e su questo stiamo lavorando da sabato mattina” ha spiegato. Anche in questo caso il gruppo intende formalizzare un esposto alla Polizia postale e analizzare, con i report del fornitore Aruba, i dettagli dell’operazione ai suoi danni. Rimane da capirne di più, anche e soprattutto per la sicurezza degli istituti.

Abstract articolo di Simone Cosimi

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