Rientro a scuola tra le proteste: «Dimenticati gli adolescenti»

Fonte:  il manifesto – 8 aprile 2021

La riapertura delle scuole ieri è ripresa a Milano, Firenze, Pisa, Faenza tra le proteste del movimento «Priorità alla scuola», che chiede un ritorno in presenza duratura e soprattutto in sicurezza di tutte le attività didattiche in Italia. A Torino gli studenti hanno organizzato le lezioni nell’aula a cielo aperto di piazza Castello, di fronte agli uffici della regione Piemonte, mentre a Milano fino a domani si terrà un presidio in piazza Duomo: «Hanno dimenticato gli adolescenti». (…) La disposizione del governo che vincola le regioni a non derogare dalle sue decisioni sulla riapertura delle scuole è stata disattesa unicamente dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano, che prosegue con la sua sperimentazione di «scuola à la carte». Per Mina Matteo, rappresentante legale dei Cobas Lecce, solo nel capoluogo salentino «il 70% delle famiglie ha preferito non mandare i figli a scuola. C’è ancora molta paura». «Lasciare scegliere i genitori se richiedere la didattica a distanza o in presenza? Noi non abbiamo alternative per ridurre la presenza degli alunni a scuola» ha detto l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, assessore alla sanità della Regione Puglia. «Si delega ancora la salute ai genitori. Il governo nazionale intervenga o sarà mobilitazione» sostengono i sindacati pugliesi Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal.

Il problema non riguarda solo la Puglia. Manca la volontà politica di organizzare una prevenzione scolastica sistematica e cospicui investimenti esclusi da Draghi. Ecco il racconto di Cristina Costarelli, preside del Newton di Roma a L’Aria Che Tira: «Siamo rientrati senza un minimo screening sistematico sul fronte tamponi. Alle 9 avevamo un ragazzo con 38 di febbre a scuola. Abbiamo eseguito la procedura alla lettera: lo abbiamo portato nell’aula Covid, avvisato i genitori. Noi non misuriamo la temperatura agli studenti perché non è obbligatorio, ma i genitori hanno la responsabilità di controllare». A una anno dall’inizio della pandemia il governo sembrerebbe deciso a elaborare un protocollo unico nazionale in caso di contagi a scuola. Tra le prescrizioni previste il divieto di sostare alle macchinette, niente riunioni e assembramenti, unico momento di incontro sarà a distanza in classe. In questo clima da caserma sarà definita la durata della quarantena, tamponi e tempi della Dad per i contagiati, sarà regolata la questione delle assenze e anche il rapporto con le Asl che oggi è un altro elemento di confusione. Sarà discussa e votata martedì prossimo alla Camera la mozione dei Cinque Stelle che impegna il governo «a intraprendere ogni possibile iniziativa finalizzata alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici».

Abstract articolo di Mario Pietro

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