Ad una anno dall’inizio della pandemia la situazione è dunque questa: non esiste un sistema di monitoraggio e analisi puntuale dei contagi a scuola. Incredibile ma vero, queste sono le parole con le quali è stato illustrato il quadro dalla Fondazione Bruno Kessler di Trieste durante la riunione del Comitato tecnico scientifico: «per l’analisi dei contagi intrascolastici non si hanno, a oggi, informazioni; non esistono stime di trasmissibilità nelle scuole e quindi non è possibile analizzare l’effetto della riorganizzazione scolastica alla ripresa della attività didattica dopo la scorsa estate». Si dirà: per fortuna la campagna di vaccinazione garantirà maggiore sicurezza per docenti e personale tecnico, contribuendo a ridurre la diffusione del covid. Peccato che la vaccinazione sia stata sospesa, offrendo ancora un argomento di scontro tra governo e sindacati. E questa volta sono invece le parole di Marcello Pacifico, presidente Anief, a sintetizzare efficacemente quello che sta avvenendo: “sul più bello, proprio mentre torneranno a scuola per svolgere le lezioni in presenza, anche nelle zone rosse, dove c’è meno sicurezza, almeno 400 mila insegnanti, educatori e Ata saranno costretti a farlo senza vaccinazione”. Un dato di fatto che ha portato i sindacati a scendere sul piede di guerra. «Ci sono regioni indietro nei vaccini tra i docenti – sottolinea Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl scuola – e altre che hanno quasi completato la campagna. Dovremmo evitare queste discrepanze territoriali, non è giusto che ogni regione vada da sé». Se è vero che a livello nazionale la percentuale di vaccinazione è tra il 60 e il 70%, il problema è la grande differenziazione su scala regionale. Per avere un’idea basti pensare che il dato della Calabria è il 29% di vaccini effettuati, mentre per la Liguria è il 30%, la Sardegna il 32% e le Marche il 36%. Se si considera che sono tornati in classe 6,6 milioni di docenti le preoccupazioni dei sindacati sono legittime. La vera novità è che per la prima volta le organizzazioni sindacali hanno alzato i toni, abbandonando la diplomazia fin qui seguita. Il giudizio negativo sull’esito dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi con il governo è un chiaro segnale che il vaso è colmo. Sul tavolo del ministero ci sono richieste precise in merito a monitoraggio dei contagi e potenziamento delle misure, per garantire davvero che le lezioni siano svolte in sicurezza. Vedremo se i prossimi giorni ci regaleranno dei passi in avanti. Altrimenti il governo dovrà mettere in conto qualche brutta sorpresa.
Alberto Barelli