Sette miliardi per costruire asili

Fonte: orizzontescuola.it –11 maggio 2021

Abstract articolo di Valentina Melis

I Comuni hanno soltanto altri 11 giorni di tempo per aggiudicarsi una parte dei 700 milioni messi a disposizione dalla legge di Bilancio 2020 per finanziare la costruzione e la messa in sicurezza degli asili nido e scuole dell’infanzia.

I fondi previsti fino al 2034 sono 2,5 miliardi. Il primo bando dei ministeri dell’Interno e dell’Istruzione, in scadenza il 21 maggio, punta a distribuire la prima tranche di queste risorse (relativa al periodo 2021-2025): 280 milioni sono destinati ai nidi, 175 milioni alle scuole dell’infanzia, 105 milioni a centri polifunzionali per i servizi alle famiglie, 140 milioni alla riconversione di spazi delle scuole dell’infanzia ora inutilizzati (il 60% degli importi deve essere destinato ad aree svantaggiate).

Ciascun Comune può presentare domanda al massimo per due progetti. E ogni progetto potrà ottenere fino a 3 milioni di euro.

Con questo investimento nell’edilizia scolastica per i bambini da zero a sei anni si punta a colmare il grande ritardo dell’Italia sui posti disponibili negli asili nido, che sono 355mila (solo per metà pubblici), per una platea di oltre 1,2 milioni di bambini sotto i tre anni. (…)

L’altro grande finanziamento in arrivo con l’obiettivo di accelerare sui servizi per la prima infanzia è quello di 4,6 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, appena inviato a Bruxelles. L’obiettivo è arrivare ad avere, entro il 2026, 228mila nuovi posti per bambini da zero a sei anni.

Sia i fondi nazionali stanziati dalla legge di Bilancio 2020, sia quelli europei del Recovery plan, però, possono essere usati solo per costruire nuove strutture, e non per le spese correnti di gestione (assunzione e pagamento degli insegnanti, formazione, copertura delle spese legate al funzionamento degli asili e delle scuole dell’infanzia).

Peraltro, nonostante sia stato previsto da quattro anni (Dlgs 65/2017) un sistema integrato di educazione e di istruzione dei bambini dalla nascita fino a sei anni, gli asili nido continuano a essere un servizio pubblico a domanda individuale: cioè sono attivati quando c’è la domanda e senza alcun obbligo di legge per il Comune a erogare il servizio.

Quindi i centri che dispongono di risorse adeguate, sia per la progettazione, sia per la gestione, e di un reddito del territorio che favorisca la compartecipazione delle famiglie alla spesa, possono aprire e mantenere gli asili nido. Quelli che si trovano in situazioni finanziarie o in un contesto territoriale diverso, possono non attivare questi servizi. I sindaci accolgono con favore la disponibilità di fondi per l’edilizia scolastica, ma chiedono semplificazione delle procedure e attenzione alle future spese di gestione.

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