La svolta choc nel Lazio: bagni per trans a scuola

Fonte: – 18 maggio 2021

Abstract articolo di Valentina Dardari

È in arrivo un vademecum per le scuole del Lazio, messo a punto dal Servizio per l’adeguamento tra identità fisica e identità psichica, Saifip, dell’ospedale San Camillo Forlanini, insieme all’associazione Genderlens e Agedo, genitori di bambini e adolescenti con varianza di genere.

Il documento è rivolto agli insegnanti e agli operatori scolastici e parte dal presupposto che “gli studenti non possono apprendere quando non si sentono al sicuro”. Il Saifip è il primo centro nato in Italia, operante dal 2005, che si occupa di varianza di genere dei minorenni.

Nei giorni scorsi, come riportato da La Stampa, è stato pubblicato un documento con il titolo “Linee guida per la scuola: strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere”.

Subito è stato recepito dall’Ufficio scolastico per il Lazio che, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, lo ha pubblicato sul sito e girato a tutti gli istituti della regione, insieme all’avviso di un corso di formazione sugli stessi temi che si svolgerà a settembre. Ome spiega Maddalena Mosconi, psicologa responsabile dell’area minori del Saifip, questo “è il primo documento di questo tipo diffuso in Italia nel rispetto dell’autonomia scolastica, sono consigli, indicazioni pratiche, con l’obiettivo di tutelare gli studenti che sentono il bisogno di presentarsi al mondo in base al sesso percepito”.

Per esempio iniziando proprio sui banchi di scuola la loro transizione sociale. In che modo? Portandoli a scegliere il proprio nome di elezione, al femminile o al maschile, facendosi chiamare in quel modo sia dai professori che dai compagni, al momento dell’appello o sul registro elettronico della classe, adeguando la modulistica ufficiale dell’istituto, con la consapevolezza che “non tutti gli studenti rientrano nel costrutto di genere binario”. Avviando quindi la “carriera alias”, con l’assegnazione di una “identità provvisoria e non consolidabile, per garantire la privacy circa la loro storia”. (…)

Secondo alcuni dati recenti che sono stati elaborati dal Saifip del San Camillo, tra i minori, nel primo trimestre di quest’anno vi sarebbe un aumento del 150% di casi di varianza di genere, se confrontato con lo stesso periodo del 2020. Con un abbassamento dell’età ai 12-13 anni. Gli alunni trans delle scuole medie sarebbero quelli maggiormente bullizzati, mentre andando avanti con l’età, aggressioni e offese diminuirebbero dal secondo anno delle superiori.

Critiche da Articolo 26 e Generazione Famiglia, braccio operativo nelle scuole dell’associazione Pro Vita & famiglia onlus, che hanno invece definito queste nuove linee guida come una opposizione inaccettabile, dichiarando che“per una supposta inclusione di allievi con varianza di genere si legittima un approccio ideologico ai gender studies nella scuola pubblica”.

Hanno inoltre chiesto al Miur e a tutta la classe politica un intervento immediato e la sospensione dell’iniziativa. Subito insorta la Lega regionale: “Giù le mani dai bambini e dagli adolescenti del Lazio”. Ha quindi accusato il ministero dell’Istruzione “che in modo grave e ingiustificabile ha inviato nei giorni scorsi ai dirigenti del Lazio le linee guida sulle strategie da applicare a scuola nei casi di varianza di genere”.

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