LA MATURITA’ DELLA DISCORDIA

Buona la prima, come si dice alle prove. Ma la seconda si presenta invece alquanto indigesta. Parliamo, ovviamente, delle prove scritte dell’esame di maturità. Sta iniziando il conto alla rovescia – l’inizio è previsto per il 22 giugno – e con esso montano i malumori per il secondo test.

NON PIACE LA SECONDA PROVA

Continua a non piacere infatti la novità della traccia stabilita dai singoli istituti. L’idea di introdurre il titolo della prova in base al programma svolto nel corso dell’anno potrebbe apparire in sé una scelta valida. Appunto, potrebbe.

Perché non la pensano così i presidi, ai quali questa formula proprio non piace. Il motivo è presto detto e lo spiega in modo chiaro il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, Mario Rusconi: «Il rischio è di trovarci di fronte a forti differenze tra una scuola e l’altra».

Per la cronaca, la seconda prova non è mai piaciuta nemmeno agli studenti, che ne hanno da sempre chiesto la soppressione. In questo caso la richiesta, seppur legittima, si fonda su un principio molto più… terra a terra: tre prove sono meglio di una. Tutti siamo stati studenti e come dar loro torto?

RISCHIO VOTO BASSO

L’altro aspetto su cui puntando il dito i presidi è il sistema di votazione. Il rischio è che molti studenti non raggiungano il punteggio minimo richiesto per accedere a determinati corsi di laurea. Il peso della seconda prova, nonostante le modifiche apportate, è di 10 punti.

«La seconda prova scritta quest’anno avrà un peso minore, proprio per questo motivo, quest’anno conta molto di più il percorso dello studente degli ultimi tre anni. – spiega Rusconi – «Si tratta, comunque, degli stessi anni condizionati dalla pandemia e da una valutazione legata sempre a quanto si è riuscito a svolgere in classe».

In conclusione, si rischia un voto diversificato ma basso per tutti. Se ciò dovesse avvenire, speriamo almeno che la seconda prova venga… bocciata ed eliminata già dal prossimo anno.

Direttore Dott. Alberto Barelli

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