IL FLOP DELLE SCUOLE APERTE D’ESTATE

Dal Ministero dell’istruzione un sostanzioso contributo contro la siccità: il piano dell’apertura delle scuole d’estate fa infatti acqua da tutte le parti.

Ma in verità il problema è serio e c’è poco da scherzare. Veniamo allora al triste quadro che, per la buona pace del ministro Bianchi, sta rendendo il progetto un sogno irrealizzabile.

1.881 istituti su 3.119 non avranno accesso ai contributi previsti per fare fronte ai costi dell’attività da promuovere tra luglio e agosto. Le restanti scuole dovranno cacciare dai propri striminziti bilanci parte dei soldi, perché i finanziamenti ricevuti non basteranno nemmeno a pagare i docenti.

Questi ultimi sono l’altra nota dolente: non si trovano. In tanti non hanno dato la propria disponibilità e c’è da capirli: chi sarebbe felice di lavorare sotto il sol leone quasi a gratis?

Visto la mal parata, ai dirigenti scolastici non è restato altro che rimpinguare le file con i precari. Ma non è bastato e l’altra soluzione è stato tagliare le attività.

Di fronte a questa situazione i sindacati hanno buon gioco ad andarci pesante. Pino Turi, segretario della Uil, è netto:

“Parliamoci chiaro: quella che si fa non è scuola ma assistenza”.

Manuela Calza, della Flc Cgil è altrettanto dura:

“Buone intenzioni e tanta retorica sulla carta ma pochi interventi concreti”.

Per Ivana Barbacci, segretaria della Cisl Scuola

“molte scuole lamentano il fatto di avere le risorse assegnate sulla carta ma non averle in cassa. Inoltre non basta dire che le aule sono aperte d’estate: serve una progettualità che non può essere chiesta alle scuole nel giro di poco tempo”.

Ancora una volta i proclami del ministro non hanno fondamento nella realtà. L’ottimismo è una gran bella cosa ma qualcuno faccia capire a Bianchi che non si frigge con l’acqua.

Direttore Dott. Alberto Barelli

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