PROGRAMMI SCOLASTICI PIU’ FLESSIBILI PER CONSTRASTARE L’ABBANDONO DEGLI STUDI

«Greco e falegnameria» i due ingredienti della formula magica per vincere la dispersione scolastica? Questa l’idea avanzata da Benedetta Cosmi sulle pagine del Corriere della Sera. Ma potrebbe valere anche il binomio lettere e elettronica o filosofia e design della moda. Il principio che si vuole veicolare è infatti quello di offrire ai ragazzi percorsi didattici più flessibili e con meno vincoli, per aumentare la possibilità della conclusione degli studi.

Il punto di partenza è che la scuola italiana deve risolvere una volta per tutte la questione della percentuale da record della dispersione. Una realtà che continua a regalare al paese un triste primato in Europa. Tanti i fattori che influiscono sul fenomeno ma una delle cause è individuata nella elevata rigidità del sistema formativo. Per abbattere la dispersione a due cifre percentuali la proposta è appunto di lavorare su questo fronte, seguendo l’orientamento affermatosi in altri paesi.

Al di là dell’obiettivo di rendere più interessante il percorso di studi per abbattere l’abbandono, viene sottolineato come la varietà delle materie favorirebbe lo sviluppo delle capacità di ogni studente.

«Unire i puntini – spiega Cosimi – potrebbe influire positivamente sulla capacità degli studenti di sviluppare ed esprimere il proprio potenziale».

Il problema sarà comunque all’ordine del giorno. Il Consiglio europeo ha indicato quale obiettivo di contenimento il 9% entro i prossimi sette anni. Una sfida non facile, dal momento che in Italia la media è del 12,7%, con punte che arrivano al 21% in Regioni come la Sicilia.

“L’Italia ha sul suo territorio importanti teatri per le rappresentazioni delle tragedie greche, – conclude – è conosciuta nel mondo con il Design del Mobile, il minimo che possiamo fare è lasciare la libertà di studiare Greco e Falegnameria. E perché non altre materie? Ecco, siamo arrivati al punto. Rendiamo più flessibili e personali i percorsi. Aiuterà anche un sistema duale, e i contratti di apprendistato di I livello”.

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