Scuola, un docente su 4 è precario

Focus Tuttoscuola su dati Istruzione: lo scorso anno siamo arrivati a 225mila insegnanti con contratto a termine (sui circa 900mila complessivi).

Sette anni fa erano 100mila. È allarme sostegno: la percentuale di studenti con disabilità che ha cambiato insegnante è salita al 59%

Mentre il governo, e il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, è in attesa di un via libera dall’Europa sul nuovo sistema di reclutamento, con l’avvio del maxi piano di assunzioni/stabilizzazioni di 70mila docenti previsto dal Pnrr, il fenomeno delle cattedre libere, coperte da un supplente precario, sta andando letteralmente fuori controllo.

Con inevitabili effetti sugli studenti, in particolare su quelli fragili, oltre che sulla vita degli stessi insegnanti, riconfermati di anno in anno, spesso in scuole diverse. Ad aggiornare i numeri ci pensa un focus della rivista specializzata Tuttoscuola, che ha analizzato i dati ufficiali pubblicati nel portale ministeriale scuola per il 2021/22. Il quadro che ne emerge merita certamente più di una riflessione di governo e politica, tutta.

I numeri del precariato nella scuola

Partiamo dai dati. Lo scorso anno il numero di contratti a tempo determinato è arrivato al numero monstre di 225mila, su un totale di circa 900mila posti di docente assegnati. Il tasso di precarietà nella scuola italiana ha raggiunto quindi il 25%. In altre parole, nelle classi un docente su quattro che siede in cattedra è precario. I contratti a tempo determinato nella scuola si distinguono in contratti annuali (12 mesi) o fino al termine delle attività (giugno).

I flop delle varie stabilizzazioni del passato

Questi numeri segnano in modo evidente come, finora, tutti i tentativi di arginare il fenomeno da parte dei vari ministri che si sono succeduti in sella al dicastero di Viale Trastevere di arginare siano falliti. L’esempio più eclatante è il maxi piano di assunzioni/stabilizzazioni del 2015 (Buona Scuola).

Ebbene, secondo la fotografia di Tuttoscuola, nell’anno scolastico 2015/16 i posti complessivamente assegnati a docenti con contratto a tempo determinato sono più che raddoppiati nell’arco degli ultimi sette anni.

Nonostante la quasi 100mila stabilizzazioni fatte all’epoca. Dai 100.277 posti del 2015/16 infatti si è passati l’anno dopo a 125.832 per continuare in un crescendo continuo fino ad arrivare ai 224.958 del 2021-22, cioè un più 224%.

Di questo passo, secondo Tuttoscuola, nel corrente anno scolastico 2022/23 si rischia di sfiorare la cifra record di oltre 240mila. E nonostante, aggiungiamo noi, il record delle sette diverse procedure assunzionali previste dal precedente governo Draghi. Che non hanno però prodotto i risultati sperati. A ulteriore riprova di come sia ormai urgente e non più rinviabile affrontare in maniera strutturale il tema reclutamento nella scuola italiana.

Il danno agli studenti più fragili

Anche perché, in questo quadro, a rimetterci di più sono, in maniera pericolosamente crescente, gli alunni più fragili: basti pensare che nel 2017, gli alunni con disabilità che avevano cambiato il docente di sostegno erano stati circa 100mila, cioè il 43%. Da allora le cose sono addirittura peggiorate.

È stato lo stesso ministro Valditara, in carica da pochi mesi, a rendere noto che nell’anno scolastico in corso quella percentuale di alunni con disabilità che si sono visti cambiare l’insegnante di sostegno è salita addirittura al 59%. Considerato, scrive ancora Tuttoscuola, che «secondo il focus ministeriale sui dati di avvio dell’anno scolastico 2022/23, nelle scuole statali gli alunni con disabilità sono 290.009, si può stimare che siano più di 171mila quelli privati della continuità didattica. In pratica in un quinquennio quei drammatici numeri sull’avvicendamento dei docenti di sostegno – stando alla percentuale fornita dal ministro – si sono quasi raddoppiati in valori assoluti».

Al lavoro per una soluzione

Ora in attesa delle risposte dell’Europa, il ministro Valditara sta provando a iniziare il nuovo anno in maniera differente. L’impegno c’è: al dicastero di Viale Trastevere si sta lavorando a un maxi piano di reclutamento per 70mila posti di docenza targato Pnrr, di cui circa 20mila per il prossimo settembre, e in parte riservati ai docenti precari. Si tratta di un primo passo.

Senza una rivisitazione delle regole del gioco, e del meccanismo delle supplenze, tra ricorsi e “sviste amministrative” il rischio di una eterna supplentite è sempre dietro l’angolo. Con buona pace dei giovani che aspirano a una cattedra e di famiglie e studenti alle prese con il valzer di insegnanti, che va avanti anche mesi dopo il suono della prima campanella.

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