Svelato l’arcano: per prestare una penna si devono lavare le mani

E dopo giorni e giorni di querelle e discussioni infinite, alla fine l’intricata questione è stata sciolta: a scuola si possono prestare matite e penne. La soluzione indicata per i casi del genere, così come comunicato dal Ministero, è la seguente: basta igienizzare le mani. E la domanda è: c’era bisogno di tutto questo trambusto, per scoprire che un alunno può prestare una penna al compagno che se l’è dimenticata a casa provvedendo a lavarsi le mani? A pensarci bene, assurdo è stato il fatto che, nel momento in cui la scuola è chiamata ad affrontare problemi di tutti i tipi, dirigenti scolastici e docenti si siano ritrovati a discutere su come gestire il passaggio di penne tra alunni. Il caso è venuto fuori dopo che uno studente era rimasto per tutta la giornata senza poter scrivere perché si era dimenticato l’occorrente. Un docente forse un po’ troppo rigido aveva voluto seguire alla lettera le direttive anti-contagio e, consultatosi con il dirigente scolastico, aveva stabilito che non poteva essere prestata la penna da un compagno. Un caso limite, direte voi. Eppure, le cronache dei giornali sono state piene degli episodi più paradossali. Ha fatto discutere anche a quanto accaduto a una alunna vittima della disattenzione di una collega. La compagna di classe per sbaglio aveva bevuto dalla sua borraccia e quindi è scattato per lei il divieto di bere a sua volta. Morale della favola, per tutte le ore di lezione non aveva potuto bere un solo goccio. Si è andati avanti così per settimane, con i casi più disparati, finché non è giunta la comunicazione del Ministro Lucia Azzolina, che ha spiegato, appunto, che basta seguire le normali procedure di pulizia delle mani per poter assicurare all’alunno che si è dimenticato a casa l’occorrente una penna o un foglio in cui scrivere. Tutto risolto? Un dubbio ci assale. Abbiamo parlato di una comunicazione del Ministro ma, lo diciamo a bassa voce, non si è trattato in verità di una informativa ufficiale né tanto meno di un decreto legge. La comunicazione è avvenuta nella pagina Facebook del Ministro. Insomma, speriamo che qualche diligente dirigente scolastico non ritenga una tale comunicazione carente in fatto di autorevolezza e, preso da scrupolo, decida di non assumersi ancora alcuna responsabilità. Gli studenti scordarecci sono avvertiti.

Alberto Barelli

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