La lettura, un piacere solitario e silenzioso

Nella società contemporanea sembra che non ci sia più spazio per leggere, né soprattutto desiderio di farlo. Questo è il tempo della tecnologia e dei grandi mezzi di comunicazione (come i social network) che assorbono la maggior parte del nostro tempo e dei nostri interessi: da questo non sono esclusi nemmeno i bambini, anzi. Spesso posseggono uno smartphone che consente loro di collegarsi in rete e di usufruire di tali piattaforme. Tale atteggiamento, poi, perdura passando per l’età dell’adolescenza e gli anni di scuola superiore fino all’approdo all’età adulta. Se fermassimo per strada dei giovanissimi chiedendo il titolo dell’ultimo libro letto, nessuno saprebbe rispondere perché la lettura non rientra tra gli intessi e le attività principali. La loro lettura si limita a quella imposta dallo studio scolastico, non si va oltre. E’ la stessa scuola, spesso, a non stimolare il sentimento dell’amore per la lettura: fino ad una decina d’anni fa, nelle aule gli insegnanti organizzavano delle piccole biblioteche formate dai libri che gli alunni portavano e scambiavano tra loro. Secondo gli ultimi dati ISTAT, il 60% degli italiani non legge con una media di 3,3 milioni di lettori persi in circa sei anni. Cosa si può fare? La lettura, come del resto tutte le principali attività svolte dall’uomo, deve venire appresa. Dove si apprende? A scuola ma anche in famiglia: essa è la prima palestra educativa per eccellenza, dove si trasmettono le prime conoscenze ma anche il senso morale e il sistema di valori che è fondamentale per ogni individuo. Vari studi concordano nel sostenere l’importanza della lettura già a partire dall’infanzia. Oggi la maggior parte degli esperti, sono concordi nell’affermare che tre sono i principali vantaggi derivanti dall’iniziazione alla lettura:

–vantaggi cognitivi: la lettura è da considerarsi una vera e propria palestra in cui si può “allenare” la mente. Il leggere abitua i bambini a pensare a realtà possibili e diverse dalla propria, a provare ad anticipare con l’immaginazione quello che succederà, ad esercitare la propria capacità di problem solving nel momento in cui, mettendosi nei panni dei protagonisti, provano a pensare a cosa potrebbero fare per cercare di risolvere i loro problemi. In questo senso si può dire che la lettura stimola la fantasia dei nostri bambini e allarga il loro orizzonte di pensiero;

–vantaggi emotivi: la lettura amplia il ventaglio delle emozioni che il bambino può riconoscere dandogli un nome. E’ proprio attraverso la lettura che si può parlare ai bambini di emozioni “difficili” sia da comprendere sia da accettare: le storie dei protagonisti infatti permettono di trattare di stati d’animo particolari anche molto intensi e in alcuni casi dolorosi; i personaggi in questo senso fungono un po’ da “filtro” in quanto sarebbe probabilmente troppo “forte” parlare al bambino di alcune tematiche in maniera diretta (morte, abbandono, solitudine ecc.) e lo si fa attraverso le loro storie. Inoltre la lettura, abituando il bambino ad assumere il punto di vista dei protagonisti non solo nelle azioni che compiono ma anche nelle emozioni che provano, stimolerà la cosiddetta empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni dell’altro e di comprendere ciò che sente e ciò che prova: essa è alla base di qualsiasi relazione;

–vantaggi relazionali: lo stimolare la capacità di empatia ha infatti delle importantissime ricadute sul piano relazionale: si agisce nei confronti degli altri, quando si sa ipotizzare ciò che stanno provando o pensando. L’assenza di empatia o la carenza di empatia, non mi permette uno scambio relazionale efficace e rende l’altro ai miei occhi indecifrabile e quindi imprevedibile. Dal punto di vista relazionale è fondamentale anche lo scambio che si crea tra chi legge e chi ascolta.

Quando si legge si compiono una serie di attività complesse e sequenziali: ognuna di queste ne porta ad un’altra, secondo un processo di natura circolare. Questo è quanto postulato dal “Reading Circle” di cui parlava Chambers. Ciò che si dovrebbe fare è garantire una gran varietà di testi, renderli accessibili e presentarli in modo accattivante. Successivamente occorre dare il giusto tempo alla lettura, individuare un ambiente ad essa consono, incoraggiare una conversazione su ciò che si è letto mediante il dialogo. Quindi si utilizzerà il cosiddetto “approccio Tell me”, che nasce proprio dalla voglia di stimolare i lettori ad esprimersi su ciò che stanno leggendo. Quando ci immergiamo in un bel libro possiamo regolare il tempo. Tornare indietro per capire meglio o assaporare più a fondo una parte o un’altra, possiamo addirittura fermarci, a immaginare, a riflettere, a confrontarci, a misurarci su quello che la lettura ci sta offrendo. Il libro è un potente antidoto contro ogni idea, pensiero, volontà che voglia proporsi come definitiva, restringendo le possibilità di una riflessione altra, differente. “Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai.” Umberto Ecoalb

Gaia Lupattelli

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