Covid, 26.800 positivi: per tenere le scuole aperte ora serve coraggio. Galli: non sono più luoghi sicuri

Fonte: La Tecnica della Scuola – 30 ottobre 2020

Il Covid-19 continua a registrare record – 26.800 casi nell’ultimo giorno ed oltre 200 decessi – i contrari alla chiusura delle scuole non demordono. È favorevole al mantenimento della didattica in presenza il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che chiede di potenziare gli investimenti per la scuola: “Si continua a discutere sul Mes a questo punto ci vuole un Mes europeo. L’Europa deve decidere di investire su sanità, scuola e stato sociale e smetterla con la logica dell’austerità e dei tagli.

A favore anche Matteo Renzi, che auspica “che non si arrivi al lockdown, ma è più comprensibile un lockdown serio e spiegato bene come ha fatto Macron ieri sera che non procedere con decreti continui come fosse una telenovela. Facciamo un piano serio, anche duro se serve, ma un piano strategico da qui a sei mesi. Non decreti a getto continuo che scadono dopo sei giorni”. Sulla stessa posizione il capogruppo di Iv Maria Elena Boschi.

Contro lo stop alla didattica si dice anche Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, che afferma “l vero coraggio è tenere aperte le scuole e adattare il sistema a questa esigenza. Dobbiamo difenderlo se non vogliamo trovarci centinaia di migliaia di ragazzi terrorizzati e affetti dalla sindrome della capanna”.

Tra gli scettici c’è invece Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’università Statale di Milano e primario dell’Ospedale Sacco, per il quale “anche se con molta sofferenza non si può che affermare che le scuole non possono esser considerate, al di là delle dichiarazioni politiche, dei luoghi sicuri” perché “non ci sono in questo momento, in questo paese, luoghi sicuri”.

Tra coloro che ritengono che si sia oltrepassata la soglia del rischio e occorra passare alla dad è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Sospendendo la didattica in presenza ho esercitato le mie legittime prerogative previste dalla legge, come il presidente del Consiglio ha esercitato le sue con i vari Dpcm che ha emesso”.

Il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina resta nella propria posizione: “chi chiude le scuole si illude”, spiega, aggiungendo: “Pensare di risolvere il problema chiudendo le scuole è una mera illusione. Perché i ragazzi escono, anzi usciranno di più e rischieranno di contagiarsi. A scuola invece, non solo ci sono misure di sicurezza, ma anche protocolli che permettono controllo e tracciamento. Si riaprano al più presto le scuole”.

Sulla sua stessa posizione il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri per il quale “non risulta che la scuola faccia crescere i contagi”. Intanto, però, le Regioni le chiudono.

Abstract articolo di Alessandro Giuliani

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